Nessuno capace come gli azzurri di autoprodurre il proprio brand. Successo anche per le amichevoli

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Nella produzione dei capi d’abbigliamento – secondo Il Mattino oggi in edicola – nessuno è stato capace di avvicinarsi al Napoli. L’idea, come raccontato dal chief revenue officer Tommaso Bianchini, nasce da lontano.

Factory della Comunicazione

«Nel 2020 a De Laurentiis, mentre tutti per via della crisi legata al Covid puntavano a sottoscrivere accordi commerciali di lunga durata, venne in mente di fare tutto da solo. È stato illuminante: in pochi mesi siamo capaci di tradurre una idea di un capo in un prodotto finito. E anche quest’anno ci saranno tante altre novità. Con i grandi marchi sportivi, c’è bisogno di almeno un anno. Se non di più. Valentina si occupa della parte creativa, affiancata dagli stilisti di Giorgia Armani. Il risultato è che c’è voglia da parte dei tifosi di comprare non solo la maglia di gara, ma i tanti capi della collezione con il marchio del Napoli che sono perfetti anche per tutti i giorni. E appena ci viene in mente altro, in 90 giorni lo realizziamo».

Un Napoli all’avanguardia. Il primo a tenere per sé il 100 per cento dei diritti di immagine (ora al massimo, De Laurentiis lascia ai calciatori il 50 per cento), il primo a realizzare maglie per conto proprio, il primo a produrre dirette tv su app e un canale digitale («con problemi tecnici praticamente pari a zero», dice orgogliosamente Bianchini). L’accordo-lampo siglato quest’estate con OneFootball per la trasmissione delle amichevoli e delle conferenze stampa ha generato decine di migliaia di abbonamenti al SummerPass e oltre 550mila utenti unici al giorno negli accessi alla programmazione. «Sono dati straordinari se si tiene conto della rapidità con cui abbiamo realizzato il progetto. Il presidente De Laurentiis è un visionario e attorno a sé c’è una struttura che mette la sua visione a sistema».

 

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