Dopo il tricolore del maggio 2023, a Castel di Sangro, sede del ritiro azzurro, è nato un club di tifosi accomunati dalla fede partenopea, come riporta Il Mattino. «Stare insieme per tifare il Napoli aiuta anche qui a sconfiggere i momenti di malinconia». Parola del fondatore Roberto Marasco, qui da venticinque anni: è di Qualiano e in Val di Sangro si è spostato perché la sua famiglia ha iniziato a gestire un grande supermercato.
«Eravamo in quindici all’inizio e mai e poi mai avremmo pensato che nel giro di poche settimane saremmo riusciti a far iscrivere 250 persone. Persino da Isernia vengono qui per guardare le partite, perché nella cittadina molisana non c’è un club di tifosi ufficiale». C’è l’orgoglio del tricolore conquistato, c’è l’attesa per la grande riscossa che parte proprio da questa terra.
«Tutti gli addobbi nel centro di Castello sono i nostri, ci mettiamo giorni e giorni per allestire questo tipo di accoglienza per i nostri idoli. Ogni volta siamo al campo di allenamento per cercare di scrutare dei segnali del nuovo corso. E siamo certi che l’arrivo di Antonio Conte darà vita a una stagione straordinaria». Piazza Plebiscito, via XX settembre, la strada di Porta Napoli: non c’è nulla qui che non ricordi che il Napoli è di casa. «Prima ci vedevamo nei pub, ora nella nuova sede nel centro di Castello. Ovviamente quando non ci sono le gare al Maradona: in quel caso, ci spostiamo in Curva B», dice ancora Marasco.
Sono tutti pronti per l’amichevole di oggi contro il Girona: «Ci vediamo un’oretta prima, scambiamo qualche opinione, commentiamo le notizie di mercato e poi andiamo al campo». C’è un direttore sportivo nel Napoli Club Castel di Sangro, Antonio Marrandino; il vice presidente Stefania De Luca; due vice presidenti: Cosima Parlotta e Sonia Coletta; un segretario: Giorgio Aprea. E ancora tra i fondatori; Franco Napolitano, Francesco Napolitano, Enzo Cardellino. «Le donne sono tante, circa 70. E non sono mogli e fidanzate: sono tifosissime del Napoli».
Nei lontani Anni ’90, Castel di Sangro, con l’attuale numero uno della Figc Gabriele Gravina, ha vissuto la Serie B. «Avere qui il Napoli per due settimane ci consente di capire in anticipo tante cose: ci mettiamo lì a scrutare da dietro le vetrate gesti e sorrisi e capiamo l’aria che tira». Non male come termometro dell’ambiente: «Con Conte ci siamo resi conto che il Napoli è come una famiglia, Kvara sembra rinato. Non sappiamo di chi era la colpa, ma certo un anno fa era tutta un’altra atmosfera. Nonostante lo scudetto vinto». Su Osimhen: «Se deve vivere un’altra stagione come l’ultima, meglio che se ne va». Anche per loro, Antonio Conte è già un idolo: «Non ci importa nulla che sia stato alla Juventus, una volta che arrivano qui sono azzurri nel cuore e nell’anima. Non ci importa nulla che non abbia saltato al coro “chi non salta è bianconero”, perché siamo sicuri che abbiamo affidato all’uomo giusto le chiavi della nostra felicità».
Contro il Modena, però, saranno assenti. Il motivo è semplice: «Abbiamo promesso al sindaco Caruso che rimuoveremo tutti gli striscioni e gli addobbi con cui abbiamo allestito il benvenuto al Napoli. E sicuramente non faremo in tempo».