“LA SCOSSA” di Conte che manda un messaggio: “Situazione media, al Napoli serve una rosa buona”
Il settimo giorno s’è riposato concedendo il pomeriggio libero, ma all’ottavo è ripartito a razzo. La prima scossa arriva all’alba della nuova era: alla squadra, al mercato, all’ambiente, alla società. Antonio Conte, del resto, lo aveva detto: fatti, non parole. Al massimo strigliate – per usare un eufemismo – tipo quella piovuta ieri sulle teste dei giocatori, alle prese con una serie di prove tattiche: silenzio surreale, si ascolta soltanto la sua voce, decibel alti. Il pubblico è muto, ma gradisce: il tecnico chiude la ramanzina e lo stadio esplode come dopo un gol. Conte è tornato: è già chiaro a tutti. E tutti, considerando una fama, un curriculum e una leadership che lo precedono, hanno catapultato in un istante il Napoli in una dimensione top. Sulla fiducia, a scatola chiusa: molto bello, molto gratificante. Eppure il gap di 41 punti dall’Inter, il decimo posto a 15 punti dalla zona Champions e l’esclusione da qualsiasi coppa europea dopo quattordici partecipazioni consecutive e il trionfo sono elementi che ancora galleggiano come boe nel mare dell’entusiasmo del popolo. I tifosi depressi da un’annata post scudetto che sembra scritta da Ionesco, maestro del teatro dell’assurdo, sono rifioriti: è bastata l’apparizione di Conte. «Vinceremo il tricolor», ha cantato la gente sia nel giorno della sua presentazione in città sia nel corso degli allenamenti stile Marines andati in scena in Val di Sole, da oggi nuovamente azzurra con l’ultima invasione d’amore prima di dirsi arrivederci a Castel di Sangro. Ma lui, il signor Antonio, ha troppa esperienza per non capire e non sapere. E così dopo giorni di fatica, tecnica, tattica e un’amichevole contro i dilettanti dell’Anaune, e alla vigilia della seconda e più impegnativa uscita di domani contro il Mantova (ore 18), prova a spiegare lo stato delle cose: «Durante questo ritiro mi sto accorgendo che abbiamo tanto, tanto da fare». Ed è solo l’inizio.
Fonte: CdS