Fiore: “Il connubio funzionerà, Kvara può diventare un campione”

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Stefano Fiore e Antonio Conte hanno disputato solo cinque partite insieme in Nazionale, tra amichevoli ed Euro 2000, creando però subito «un rapporto di grande empatia». A distanza di ventiquattro anni dalla delusione in finale decisa dal golden gol di Trezeguet, l’ex Lazio benedice la scelta del Napoli. La sua intervista a Il Mattino: 

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Conte-Napoli: funzionerà?
«La scelta, sulle prime, mi ha un po’ sorpreso. Ma credo sarà un connubio importante. Si abbinano due entità che devono rilanciarsi. Antonio è fuori da qualche anno e aveva voglia di rientrare, sono certo che farà bene».
Sorpreso perché?
«Per i caratteri focosi di Antonio e di De Laurentiis, che negli anni ha avuto un po’ da ridire con gli allenatori».
Conte lavorerà sette giorni su sette senza coppe. Un vantaggio?
«Potrebbe. Però anche la Juventus l’anno scorso non aveva impegni, eppure non è riuscita a vincere. Antonio avrebbe preferito giocare la Champions, è un vincente. Certe competizioni fanno bene alle casse sociali e all’anima. Dovendo iniziare un nuovo ciclo, avrà comunque possibilità di dedicarsi meglio al campionato. Lui è molto meticoloso, lavora tanto sul campo, sarà un bene non avere intermezzi a volte fastidiosi».
Qual è il suo ricordo del Conte calciatore ad Euro 2000?
«A parte il triste epilogo per l’Italia, mi dispiacque per l’infortunio che lo colpì. Stava facendo un grande torneo, poi l’entrataccia di Hagi rischiò di fargli male di brutto. Con lui ci completavamo in campo ed entrammo subito in sintonia. Eravamo due incursori con caratteristiche diverse: lui meno rifinitore di me ma faceva benissimo le due fasi. E poi è una persona splendida anche fuori dal campo».
Conte era un 8, lei più un 10. Il ruolo si è evoluto?
«Il fantasista di una volta sta scomparendo, sia per qualità, sia per la posizione che oggi non è ricercata dagli allenatori. Chi ce l’ha, gli chiede tanto sacrificio in fase difensiva o apre di più il trequartista sulla fascia. Quando hai un 10, devi sfruttarlo: ha sempre il colpo del campione, che con una giocata risolve una partita complicata e diverte il pubblico».
Kvara non è un 10 ma il suo identikit corrisponde agli ultimi righi della sua risposta.
«È più un 11, lo considererei un’evoluzione del vecchio fantasista che sa anche rifinire partendo dalla fascia. Il club e Conte sapranno trattenerlo e valorizzarlo. È un grandissimo giocatore, può diventare un campione».
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