L’ex Prandelli duro con Lega e Figc: “La Nazionale? Per loro un peso da sempre”

L'ex c.t. azzurro a Radio Anch'io Sport: "Così rischiamo di non qualificarci anche per il prossimo Mondiale. I nostri ragazzi sono competitivi fino ai 19-20 anni, poi abbiamo un buco..."

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“La Nazionale è considerata un peso? Da sempre”.

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L’ex c.t. azzurro Cesare Prandelli dice la sua dopo l’eliminazione degli azzurri agli ottavi dell’Europeo. “Quando ho fatto il ct la Lega aveva organizzato la Supercoppa in Giappone quando c’era un’amichevole della Nazionale. Già 15 anni fa non c’erano dei sani rapporti. La prima cosa è mettere d’accordo Figc e Lega

sono le parole di Prandelli ai microfoni di Radio Anch’io sport su Rai Radio1 . “Basta parlare, basta rivangare le cose, dobbiamo capire come far crescere questo movimento – continua Prendelli -. Quando c’è la nazionale tutti diventano tifosi, prima a nessuno frega niente. E 50 milioni di persone diventano ct. Perché non riusciamo ad esser coinvolti prima di questi eventi per arrivare preparati”.

PER I MONDIALI

 

Secondo Prandelli, i rischi per l’Italia potrebbero continuare in vista della qualificazione ai Mondiali 2026. “Il rischio c’è. Quando nel 2014 fummo eliminati, in conferenza stampa dissi: ma siamo sicuri che nei prossimi anni ci andremo? Già ai tempi avevamo dei dati che mostravano un trend di grande negatività in prospettiva: una grandissima competenza e grandi risorse fino ai 19-20 anni, siamo competitivi a livello mondiale ma poi abbiamo un buco incredibile, da anni.

DALLE GIOVANILI

Da gestire, secondo Prandelli, è il passaggio dalle giovanili alla prima squadra. “Non riusciamo a proporre giocatori in prima squadra, a farli crescere, a dar loro una forza morale forte e quindi li perdiamo. Forse la Federazione deve fare qualcosa in più, deve cercare di farli crescere in casa i ragazzi. La nostra crisi parte da piccolini, continuiamo a essere in crisi e questo è il momento di fare, di mettere in campo delle proposte, di creare un pool di persone che abbiano voglia di dare qualcosa al calcio. Non servono i contratti, serve la volontà di fare qualcosa”.

Fonte: Gazzetta.it

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