RIVIVI LIVE-Conte: “Kvara resta, se qualcuno è scontento parla con me. Darò tutto me stesso: Napoli non deve più essere una squadra di passaggio”

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Ore 16:50 – Fine della conferenza stampa

De Laurentiis: “Ho le idee molto chiare. Quando all’inizio della mia esperienza calcistica c’erano delle cose per me inconcepibili, poi, andando in Inghilterra e incontravi una squadra come il Manchester United, all’epoca la più vincente, perché? Perché c’era Ferguson che era anche il manager della squadra. Antonio Conte ha fatto la sua seconda università sul campo inglese e ha acquisito lo status da manager ecco perché si permette di dire ‘Chi sta con me, sta con me’. Anche le piccole cose, messe al posto giusto, contribuiscono al successo totale. Sono molto felice di avere Conte perché interpreta questa idea di essere non solo un grande allenatore, ma anche un grande manager. Chiariello, quando ho detto che erano tutti cedibili, stavo rispondendo a un’intervista: tutti hanno una presenza, un contratto che può scadere, quindi una convenienza, più o meno possibile, di cedere se ci sono offerte di un certo livello. Al nostro capitano abbiamo rinnovato il contratto la scorsa estate, poiché è un uomo con i cosiddetti, ma anche con grande cervello, ci tengo molto. Chiaramente, il proprio agente cerchi di portarlo via perché fa parte del gioco normale degli agente, non lo sdradicheremo mai. Ma credo che da questa parte ci sono due persone che hanno dimostrato di riuscire, nel mondo del calcio, a afre cose complicate in posti complicati. Credo di divertirmi e di farvi divertire, di promettermi di farvi divertire nei prossimi vent’anni perché sono indipendente”

Se alcuni degli incedibili non vogliono restare, accetterà di perderli perché li vuole motivati o li farà restare e li motiva lei? “Quello che mi auguro possa cambiare in questo mio percorso, mi auguro 3 e più anni a Napoli è che il Napoli venga visto non come una squadra di passaggio, ma come una meta, altrimenti continuiamo a fare discorsi su discorsi: il calciatore deve venire a Napoli sapendo che la squadra lotterà per qualcosa di importante ogni anno, sentendosi responsabile di questo. Se non è contento, poi sta con me, ogni giorno, gli racconto due cose, magari mi faccio aiutare a fare l’allenatore. Questo discorso del non contento non lo accetterò mai. Patti chiari, amicizia lunga: se qualcuno non è contento, sta al mio fianco e insieme troveremo qualcosa da fare per divertirci”

Cosa promette al presidente De Laurentiis e il presidente ad Antonio Conte? “Le promesse le ho fatte a voi e indirettamente anche al presidente, non dimentichiamo che è il primo tifoso del Napoli: è colui che in prima persona ne risponde, soprattutto dal punto di vista economico. La promessa che posso fare è di dirgli sempre la cosa che penso. Non cambierò il mio modo di essere, sono una persona molto pulita. Il presidente sa che le cose gliele dico direttamente e in questi giorni credo abbia apprezzato questa mia spontaneità e la mia voglia di essere diretto. Sono uno di sostanza. Alle chiacchiere preferisco i fatti, anche nel dialogo con i media, con il tifoso. Oggi mi sto dilungando molto perché dobbiamo conoscerci, ma più facciamo e meglio è”

Al Napoli di Conte si pensa anche a una squadra risultatista, che concede poco allo spettacolo. Napoli viene da anni di gioco spettacolare. Come si colloca il Napoli di Conte, idealmente? “Non mi sento di condividere e dissentire su risultatista, credo che l’obiettivo principale è entrare nel cuore dei tifosi. Io che posso essere risultatista e giochista, sono entrato sempre nel cuore della gente: vuol dire che hanno apprezzato quello che la squadra ha fatto. Abbiamo scritto qualche pezzo di storia e per me è molto importante. Possiamo parlare di tutto e il contrario di tutto, poi ti giri e vedi Napoli 22/23, Inter 23/24 e questo è molto importante. Molte volte si va dietro il fumo e io sono per la praticità e quando le mie squadre hanno vinto erano miglior attacco e miglior difesa o come seconde. Il calcio oggi, l’allenatore bravo è quello che riesce a coniugare il bello al risultato finale, altrimenti diventa tutto brutto. Anche chi fa risultato brutto viene poi premiato a livello professionale”

Che messaggio manda ai suoi avversari e una battuta su Rafa Marin, se è un profilo che le piace? “Adesso non è il momento di parlare, oggi potremmo dire tante fesserie che ci tornerebbero in faccia quanto prima. Oggi è il momento di fare per tutti, soprattutto l’allenatore, per tutti quanti. Questa è l’unica cosa che posso dire. Dobbiamo avere dentro quella voglia di rivalsa. Quello che è successo l’anno scorso ha dato fastidio a me, da esterno, immagino quanta voglia ci sia in chi stava all’interno. Non rinnego quanto detto a Trento 8 mesi fa. Sono tornato in pista non per far parte della statuina del presepe, questo deve essere chiaro. Questa statuina mi emoziona, mi dà veramente tanto. Ho ricevuto tanto, ma non ho dato ancora niente e per la prima volta mi succede questo: sono in debito nei vostri confronti”

Cosa ritiene di dover fare per ridare consapevolezza a questa squadra? “Bisogna essere equilibrati e trovare una giusta via di mezzo nello spiegare il perché due anni fa si è vinto il campionato e quello dopo si è arrivati decimi. Quest’anno sarà totalmente diverso: l’anno scorso il Napoli si è trovato a gestire la vittoria ed è totalmente diverso rispetto a piazzarsi secondo, terzo, quarto, quinto. Quando vinci le dinamiche cambiano tutte: ci sono onori e oneri. Dovremo far tesoro dell’anno scorso per cercare di capire che la vittoria dobbiamo ricercare, di nuovo, quanto prima ed essere più bravi a gestirla. L’anno scorso la gestione della vittoria non è stata buona, sotto tutti i punti di vista, altrimenti non ti spieghi perché ci sia stata questa annata così deludente. Si vince tutti e l’anno scorso si è perso tutti. Nessuno deve scendere dal carro in caso di vittoria o di sconfitta. Vedremo di fare del nostro meglio, facendo tesoro delle cadute”

Quale sarà la scossa che cercherà di dare? “Credo che la scossa si dia sempre con l’esempio: chi è a capo di un gruppo, il leader, la leadership te la guadagni con l’esempio. Farò vedere ai miei calciatori che sarò pronto a dare tutto, a proteggerli da tutto, ma anche loro devono darmi tutto: questa è la base del rapporto. Una cosa che mi fa arrabbiare è quando non vengo corrisposto nella maniera giusta e questo mi fa capire che alcuni non sono adatti a questo modo di pensare. All’inizio è sempre tutto rosa e fiori, il problema è che non sanno le difficoltà del percorso, la fatica, il sudore, le lacrime e durante il percorso li perdi. Mi auguro di trovare tanti calciatori disposti a seguire il percorso e se arrivi fino alla fine, poi non lo perdi più, lo fai tuo e diventi un vincente”

Su Raspadori e Folorunsho, vuole completare il percorso di crescita dei due giocatori e farli diventare importanti? “Sì, assolutamente. Il mio compito non riguarda solo loro due, il mio obiettivo è di migliorare tutti i calciatori della rosa: credo che puoi migliorare finché non smetti. Ho sentito entrambi: Folorunsho, come Caprile, sta facendo un percorso importante, oggi ha questa nuova sfida dopo Bari e Verona, ha qualità fisiche impressionanti e sono molto curioso di conoscere quanto prima; Raspadori ha grandi qualità tecniche, grandi margini di miglioramento e può darci tanto ed ho necessità e voglia di conoscerli quanto prima questi calciatori. Solo così si può capire in cosa migliorarli, dal punto di vista fisico, della forza, si può migliorare sotto tanti punti di vista. L’importante è che c’è la voglia da parte nostra e dei nostri calciatori”

Le parole di Ibra e perché non è stato cercato da altri club italiani? “Mi considero un manager dal punto di vista tattico, gestionale, voglio avere voce in capitolo e forse da qualche altra parte questo poteva dare fastidio”

Kvara può fare bene anche nel 3-4-2-1 che usi di solito? “Kvara resta. Ha delle caratteristiche importanti, ce ne sono sempre meno. Non è un capriccio voler tenere Kvara: forte nell’uno contro uno se sta in fascia, ma anche quando viene dentro è un fantasista e crea delle situazioni a livello di gol personale e di assist. Proveremo a esaltare le sue caratteristiche, portandolo a volte esterno e a volte dentro. Se lo tieni sistematicamente dentro perde la sua libertà mentale. Noi dobbiamo assecondare le sue caratteristiche, lo faremo anche con gli altri giocatori che avremo in rosa, Politano, Ngonge, Lindstrom, che sanno saltare l’uomo e giocare dentro il campo. L’idea tattica è molto chiara e dovremo decidere quando difendere con 5 giocatori o 4, accettando l’inferiorità numerica quando ci attaccano. la costruzione e il modo di attaccare sarà sempre molto simile”

Quanto può essere utile non avere le coppe durante la settimana? “Faccio lavorare il giusto o sono altri che non lavorano: se lo paragono a quello che facevo da calciatore, oggi ne facciamo un terzo, anche perché il pallone viene più utilizzato e dal punto di vista fisico è usato di più, facendo meno fatica. Penso che a volte la fatica bisogna farla, sentirla, perché è quella che permette di conoscere se stesso, impari a reggere lo stress, la pressione, la difficoltà. Dietro il metodo lavorativo c’è una filosofia che ho creato nella mia testa dopo la carriera calcistica, allenato da un figlio di Napoli come Giampiero Ventrone che, purtroppo, non c’è più. Lavoreremo il giusto per migliorare, questo deve essere chiaro a tutti quanti. Lo faremo senza se e ma”

La difesa sarà a 3, al di là del mercato? “Il passato è ormai passato, ma penso che nei momenti di difficoltà ogni tanto bisognerà vedere: il dolore dobbiamo portarcelo un po’ dentro, perché ci aiuterà a fare quel qualcosa in più di cui noi abbiamo bisogno. Dal punto di vista tattico, le caratteristiche dei calciatori sono molto importanti. L’allenatore bravo è quello che mette i giocatori nella condizione di esaltare le loro caratteristiche: userò sempre l’idea giusta per fare ciò. Dal punto di vista tattico penso che saremo molto duttili, ma ci devo anche lavorare con questi calciatori, perché quando li avrò sotto mano testerò le caratteristiche dei singoli giocatori. La voglia sarà sempre di fare un gol in più degli avversari”

Quale reparto deve essere rafforzato di più dal mercato? “I numeri spesso non dicono la verità, ma ci sono. Il Napoli ha preso 48 gol l’anno scorso, decima peggior difesa del campionato e stranamente siamo finiti decimi, ma il dato ancora più sconcertante è che abbiamo subito 27 gol in casa, la quindicesima peggior difesa della Serie A, mentre fuori casa solo 21 ed eravamo la miglior quinta. Dobbiamo ritrovare equilibrio, non ho mai visto squadre che vincono o si qualificano in Champions subendo tanti gol. Il troppo offensivo o difensivo non porta da nessuna parte, bisogna cercare di equilibrare. Dobbiamo fare un attimo delle riflessioni: quando prendi gol non è una questione solo di difensori e portiere, ma è tutta la squadra che lavora in fase difensiva come quella offensiva. Facendo delle analisi vogliamo apportare dei correttivi. Girano tanti nomi e cercheremo di trovare il profilo migliore, rispettando sempre determinati parametri. In difesa faremo qualcosa a livello tattico e ricambio generazionale per dare più equilibrio e più sostanza”

In quanto spera di incidere e come commenta le parole di Lukaku? “C’è voglia di ricominciare. Dopo un’annata come quella passata, non bisogna farsi prendere dal panico, fare le giuste considerazione e prendere le giuste decisioni. Come rosa di giocatori credo che la maggior parte verrà confermata perché li reputo validi anche come uomini, cercheremo di fare quelle cose mirate che ci possono portare dei benefici e a rinforzarci. Questo cercheremo di farlo. Le competenze sono importanti nello scegliere i calciatori perché so che il mio più grande pregio è quello di migliorare i calciatori. Spesso ci sono riuscito e so di contare su una buona base qui a Napoli. Dopo gli Europei, con il mercato fino ad agosto, ci saranno situazioni in entrata e in uscita cercando di farle nel migliore dei modi, rispettando i nostri parametri, ma per diventare più forti. Questo deve essere chiaro. Su Lukaku, parliamo di un calciatore forte, eccellente come Osimhen, c’è solo da ammirarli quando giocano. Uno spera sempre di averli dalla propria parte e mai contro”

Questa è la sfida più importante della sua carriera? “Una sfida che arriva nel momento giusto. penso di essere un allenatore che ha maturato esperienze, che mi portano ad affrontare questa sfida affascinante con grande voglia. Per me è un piacere, sapendo le difficoltà della sfida. Chi mi conosce sa che nessuno mi ha mai regalato niente: ho conquistato tutto sempre con il sudore, la fatica e i sacrifici. Questo cerco di trasmetterlo a mia figlia, che è qui, ai miei calciatori, perché dobbiamo capire che abbiamo il dono del talento, ma senza la voglia di sacrificarsi e l’ossessione di migliorarsi, non è niente. So che questa esperienza arriva nel momento giusto, per me come persona perché ho voglia di godermi questa passione, questo entusiasmo e ricambiarlo, questa sarà la cosa più difficile, ma sono convinto di poterlo fare perché ci metterò tutto quello che ho come ho sempre fatto in passato”

Il suo arrivo a Napoli è coerente con questo clima di ottimismo: è un peso o uno stimolo? “Napoli è in espansione sotto tutti i punti di vista. Sicuramente il calcio è un veicolo trainante per la città. La passione che c’è a Napoli, al di là del calciatore e tutti, ci sarà sempre: Napoli è malata di calcio, in senso positivo. Ci sarà sempre questa forte passione, questo entusiasmo che coinvolgerà tutti. Inevitabilmente la città deve migliorare per proprio conto, anche perché il calcio e i miglioramenti della città possono andare di pari passo, ma penso che chi deve migliorare la città, deve prendersi la responsabilità di continuare a fare ciò che sta facendo. Noi non siamo partecipi di tutto ciò, ma cercheremo con il calcio di coinvolgere il popolo napoletano. Dobbiamo solo assecondare questa passione, questa voglia. Sarebbe bellissimo vedere Napoli crescere sotto tutti i punti di vista e di pari passo vedere il Napoli combattere come ha fatto in passato, magari cercando di portare con più frequenza più gioia”

Ci racconta come si approccia a una nuova realtà e cosa c’è in comune con le esperienze precedenti? “Vedo solo somiglianze con la situazione che trovai al Chelsea. Penso che sia stato fatto qualcosa di incredibile, anche perché in Premier League ci sono super potenze, non solo tre o quattro e dal decimo posto alla vittoria del campionato è stato incredibile. Quello che io non posso promettere è sicuramente la vittoria, perché ne vince solo una. Posso promettere che inizieremo un percorso dove dovremo essere competitivi per la vittoria. Testa bassa e pedalare, oggi bisogna parlare poco, tutti, dobbiamo solo fare i fatti oggi. Poco da fare proclami, quest’anno dobbiamo spaccare tutto ma con i fatti. Sono una persona del fare, il dire o cercare di vendere aria fritta, non sono il tipo. Sono una persona essenziale in tutto e nemmeno troppo paziente. Dobbiamo stare zitti quest’anno e pedalare, cercando di recuperare cosa perso l’anno scorso”

Meret e Caprile: quale sarà la sua scelta? “L’ossatura della squadra comprende anche il difensore centrale e il centrocampista (ride, ndr). Meret è il nostro portiere, gode della mia massima fiducia, ho già parlato con lui e sa benissimo quali sono oggi le mie richieste personali nei suoi confronti e penso che stiamo parlando di un portiere di grande potenzialità. Sta arrivando anche Caprile, lo stavo seguendo perché sta facendo un percorso importante. Abbiamo la fortuna di contare su due portieri che possono essere il presente e il futuro del Napoli”

Ha parlato anche con Osimhen in questo periodo e cosa pensa del potenziale offensivo del Napoli? “Solo una chiosa finale a quello che ha detto il presidente: Di Lorenzo, oltre a essere un giocatore top e lo conosciamo tutti, capitano del Napoli, vincitore dell’Europeo, lo considero una persona molto perbene e importante nello spogliatoio. Lo stesso dicasi per Kvara. L’anno scorso anche la frustrazione ha portato a delle situazioni che non erano molto limpide, ma anche i calciatori sanno benissimo che le difficoltà ci stanno, siamo tutti uomini, bisogna rimboccarsi le mani tutti insieme, con stima e fiducia reciproca, sapendo che mi confronto con veri calciatori, ricominciando quest’anno, sapendo che deve essere una stagione di riscatto. Su Osimhen, conoscendo comunque le situazioni anche di Kvara, Lobotka e Anguissa, su cui ho posto un veto assoluto, è diversa rispetto alle altre: io assisto, poi se mi chiedete del calciatore è di livello eccezionale, ma non posso entrare, oggi, in alcun discorso di Osimhen e fa parte di accordi precedenti che mi sono stati detti e che ho accettato”

Arriva a Napoli in un momento di difficoltà, abbiamo letto i mal di pancia di alcuni calciatori. La sua carriera insegna che si esalta meglio nei momenti di difficoltà. Come le sta gestendo rispetto a giocatori che lei ritiene fondamentali? “Le stiamo gestendo insieme al club nel migliore dei modi. Sono stato molto chiaro con il presidente: prima di parlare di altri aspetti economici e contrattuali, ho voluto come unica rassicurazione che avrei deciso io chi sarebbe rimasto e chi poteva anche prendere altre strade. Su questo sono stato molto chiaro e categorico. Se parliamo di ricostruzione e riscatto e diamo via i giocatori migliori, è un controsenso. Ho trovato grandissima condivisione al 200% da parte del presidente. Ho parlato anche con i ragazzi, ho chiamato tutti per far sapere le mie idee. Ho sentito anche cosa avevano loro da dirmi, ma alla fine, se ci sono i problemi li risolvono perché la decisione alla fine è sempre mia. I giocatori che fanno parte del progetto saranno al 200% parte del Napoli. Questo messaggio deve essere chiaro a tutti. Sappiamo cosa fare e lo faremo”. Interviene De Laurentiis: “Il riferimento è a Kvara e Di Lorenzo: Di Lorenzo è un uomo e un giocatore straordinario e posso capire che si sia scocciato, come tutti, alla fine, nelle ultime partite e si è sentito un momento abbandonato: gli ho spiegato che non era possibile lasciare una persona come lui. I giocatori sono comunque ragazzi giovani e spesso sono carichi e a volte scarichi. Speriamo che con l’Europeo questa ricarica possa aver ristabilito una certa serenità. Con Kvara non ci sono problemi, perché abbiamo un contratto. Mi siederò con Manna, Chiavelli e l’entourage di Kvara con una proposta di cambio contrattuale. Poi, ci possono essere anche chi, contro legge, fa offerte ai giocatori senza contattare il club. Uno potrebbe anche richiamarli, ma ormai, dai miei 75 anni, non mi meraviglio più di chi è corretto e scorretto: cerco di essere sempre corretto”

Quanto tempo servirà per vedere qualcosa di concreto e vedere il risultato che progettate di vedere? “Il presidente ha parlato di ricostruzione e creare quelle fondamenta per cercare di essere competitivi. Già domani io partirei subito a fare battaglia sotto tutti i punti di vista, ma bisogna essere realisti. Due anni fa si è vinto lo scudetto, ma ora si deve riflettere sul presente di oggi: l’anno scorso la squadra è finita a 40 punti di distanza dalla prima, distacchi abissali che l’ha portata fuori dalle coppe dopo 14 anni. Questi non devono essere messi sotto la sabbia e pensare che basti cambiare allenatore per far tornare tutto come prima. C’è un progetto, non possiamo competere con le solite note per il monte ingaggi, per gli investimenti perché sono altre realtà, ma possiamo competere creando basi solide fatte pdi cultura del lavoro, di voglia, sacrificio. Quando ho detto che dobbiamo lavorare, questa è la verità in assoluto e su questo non deve batterci nessuno. Se qualcuno può essere più forte a livello di investimenti, non possiamo farci niente, ma sulla cultura del loro, la mentalità, la voglia di vincere, di ammazzare sportivamente chi ci sta davanti, su quello non dobbiamo essere secondi a nessuno e così colmiamo il secondo gap in tempi brevi. Sapete bene che non ho tanta pazienza a fare il comprimario”

Come l’ha convinta il presidente a scegliere Napoli? Che effetto le fa allenare al sud e il feeling con la piazza? “Sono un uomo del sud, sono nato a Lecce, conservo le mie origini e le mie radici, so cosa significa vivere al sud e cosa rappresenta il calcio. Per me è un ritorno a casa come allenatore di una grande squadra del Sud. Una grandissima soddisfazione e un onore tornare da allenatore nella squadra che rappresenta il sud”

Perché ha scelto Napoli e cosa le è piaciuto del progetto del presidente? ha avuto altri contatti con altre società? “Ho scelto Napoli per il progetto. Ho firmato un contratto di tre anni. Il presidente è stato molto chiaro in quello che noi potremo fare, in base a situazioni compatibili con il club. Il progetto è quello di cercare, nel più breve tempo possibile, di fare diventare Napoli di nuovo un’alternativa credibile alle solite note. Per 14 anni il Napoli è riuscito a entrare in Europa, quindi c’è stata una gestione giusta, si è vinto uno scudetto. La scorsa annata non è stata positiva e oggi c’è da ricostruire. Ci vorrà tempo, pazienza, ma sono del pensiero che chi ha tempo non aspetti tempo e cercheremo in tutti i modi di prenderci questa responsabilità per rendere Napoli un’alternativa credibile a chi vince di solito lo scudetto. Mi ha dato entusiasmo, ho sentito qualcosa in pancia e quindi siamo qui e non vediamo l’ora di iniziare. Ho avuto qualche proposta dall’estero, anche interessante, ma c’era un discorso avviato con il presidente con la promessa di rivederci e avremmo deciso a bocce ferme se lavorare, come lavorare insieme oppure di continuare ognuno per la propria strada. Abbiamo trovato la giusta quadra in tutto, abbiamo voglia id ricominciare, in primis il presidente, tutto il club e ridare stabilità, fondamenta solide per fare qualcosa di importante e che duri nel tempo”

Che faccia avrà il Napoli di Conte?  Le interessa il mercato sudamericano? “Una faccia incazzata, perché veniamo da un’annata dove molte cose non sono andate per il verso giusto e dobbiamo trasferire questa voglia di rivalsa in campo sotto tutti i punti di vista calcistico. Sul mercato cercheremo di fare le cose migliore per non sbagliare e far arrivare calciatori che possano migliorare la rosa”

Hai una strategia per raggiungere degli obiettivi con questo grande club? “Napoli è una piazza importante, passionale, sarà sempre tale, lo era, è e rimarrà tale al di là di calciatori, allenatori e proprietà. La passione per il calcio e la propria squadra è una peculiarità. Da parte nostra dobbiamo alimentare questa passione, deve essere una responsabilità. Qui c’è un grande fuoco, magari fallo diventare ancora più alto tutti insieme, per cercare di raggiungere i nostri obiettivi”

Ha una promessa da fare ai tifosi del Napoli? Quale sarà l’identità che chiede al suo Napoli? “Posso promettere serietà, una parola spesso sottovalutata: nel dare tutto per il Napoli, nel trasmettere quello che è la mia cultura a livello lavorativo, la mia mentalità, le mie idee calcistiche. L’obiettivo di un allenatore, al di là del riuscire a scrivere la storia a fine stagione, è di rendere orgoglioso i propri calciatori, i propri tifosi. Credo che il tifoso deve riconoscersi nella propria squadra. Il nostro obiettivo massimo deve essere di rendere orgoglioso il tifosi della propria squadra, del calcio profuso. Nel calcio c’è la vittoria e la sconfitta, ma non deve esserci l’attenuante di non aver dato il massimo. Posso promettere che daremo il massimo, più del massimo perché a volte non basta. Grande serietà sotto tutti i punti di vista e mi impegno in ciò”

De Laurentiis: “Questo teatro venne creato per le nozze di Ferdinando IV, è stato ricostruito in maniera esemplare dopo le bombe della Seconda guerra mondiale

Epifani: “Do il benvenuto ad Antonio Conte. Il Palazzo Reale è stato spesso teatro di momenti importanti della vita della città. Mi sono insediato in città nel periodo della morte di Maradona e qua sul Palazzo c’era un gigantografia di Maradona

De Laurentiis: “Grazie ai giornalisti per essere venuti, al presidente della Regione, al nostro sindaco, vedo alcuni amici come Acqua Lete, Arnone, il nostro questore. Manca ancora il nostro prefetto. Benvenuti a tutti quanti. Questa è un’occasione importante come lo è ogni volta che uno riazzera tutto e riparte daccapo. Quando c’è un nuovo allenatore si riparte in qualche modo, con grande entusiasmo, cercando di cancellare quanto c’è stato. Compiremo 20 anni di nostra presenza a Napoli a settembre. Non so se vivrò altri 20 anni, ma ci proveremo. Chiamo Mario Epifani, direttore del Teatro, che ci ha concesso insieme al ministro Sangiuliano questa opportunità. Grazie

Conte: “Questa è la prima volta che, sento in questa maniera un’accoglienza. C’è un filo di emozione, è la prima volta che ricevo questa presentazione, nonostante tanti anni da calciatore e allenatore. Vi ringrazio, ringrazio Napoli. Di solito io, prima di ricevere, do qualcosa, qui è successo il contrario: ho ricevuto tanto affetto ed entusiasmo, non mi resta che restituire

Ore 15:21 – Inizia la conferenza stampa 

Sarà un vero e proprio evento internazionale organizzato da giorni nei minimi dettagli. Nulla sarà lasciato al caso. D’altronde è stata scelta una location decisamente originale. Arriveranno giornalisti da ogni dove, sono stati accreditati diversi network, ci saranno inviati – tra gli altri – di Espn e Cbs. Oltre cento le presenze previste compresi fotografi e operatori. Il Napoli ha dovuto conformarsi alle regole imposte dalla direzione (non più di 400 accrediti) ma la conferenza stampa sarà trasmessa comunque in diretta ovunque. Ogni emittente, infatti, potrà agganciarsi al segnale e mandare in onda le immagini. Il Conte day verrà trasmesso live anche sul canale YouTube del Napoli. C’è grande attesa per le sue parole, per le prime dichiarazioni da nuovo allenatore del Napoli dopo quelle rilasciate sui social e alcune battute ai cronisti che lo hanno scortato nei giorni della firma a Roma.  

 

 

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