Pasculli: “E’ incredibile quanto io riveda in lui Mazzone!”

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Intervista de Il Mattino – Nel 1985 Antonio Conte era un ragazzino che si affacciava al calcio dei grandi. Nel cuore del Lecce, però, c’era Pedro Pasculli che poi di quella terra ne è rimasto innamorato a tal punto dall’aver deciso di restare a vivere in Salento.
L’argentino si ricorda bene di quel giovane centrocampista arrivato dalla Primavera, accolto prima da Fascetti e poi esploso con Mazzone.
Che Conte era? «Un ragazzo umile che seppe entrare in punta di piedi nello spogliatoio dei grandi fino a diventare un punto fermo della squadra».
Un calciatore già pronto? «Veniva da ottime stagioni con il settore giovanile dove era un grande giocatore. Il salto in prima squadra era quasi naturale per uno con quelle qualità. Si vedeva subito che avrebbe fatto strada».
Le sue caratteristiche principali? «Aveva carattere e personalità».
Praticamente quello che vediamo anche ora che è diventato allenatore? «Allenare è un’altra cosa rispetto a giocare. E infatti nel tempo si vede che ha acquisito un carattere e una grinta ancora più marcati. La personalità l’aveva già da calciatore, ma ora è proprio il suo tratto distintivo. Certo, quando è approdato nel calcio dei grandi era meno esuberante. Diciamo che non poteva fare in campo quello che fa adesso in panchina. Doveva mantenere innanzitutto il rispetto verso gli anziani del gruppo. Ma lo ha sempre fatto con grande professionalità».
Ora cosa rivede del Conte giocatore nel Conte allenatore? «È incredibile quanto io riesca a rivedere in lui l’influenza di Mazzone. È stato il suo grande maestro. Lo ha aiutato moltissimo sia in campo che fuori. Negli atteggiamenti in panchina me lo ricorda tantissimo. Sono sicuro che questa esuberanza l’ha presa da lui. Anche se va detto che Antonio ha un carattere forte di suo».
Lei ha vinto il Mondiale del 1986 in squadra con Maradona, che effetto le farà vedere Antonio Conte allenare nello stadio intitolato a Diego? «Mi fa tantissimo piacere. Quando mi chiedevano chi poteva essere l’allenatore giusto per il Napoli io sempre detto Conte. Per me è l’allenatore ideale».
Perché? «Ha un carattere forte e molta personalità. Non si fa influenzare molto dai presidenti e De Laurentiis ha fatto certamente la scelta più giusta affidandosi a un uomo come lui. Non penso che il presidente andrà a mettere bocca sul lavoro dell’allenatore. Conte si farà prendere i giocatori per competere al top e fare un buon campionato. Lui vuole sempre una squadra vincente».
E il rapporto con i napoletani? «Beh, Conte è un ragazzo del Sud e pensa molto al lavoro. Si farà volere bene anche dai napoletani che già di fatto mi sembra che lo amino. D’altra parte vuole riportare il Napoli dove stava».
Vi darete appuntamento per Lecce-Napoli? «Non ci vediamo da tanti anni. Ma spero che quella partita possa essere l’occasione per riabbracciarsi. Sarà molto bello. L’occasione giusta per un saluto ma anche per ricordare quelle stagioni passate insieme con questa maglia».

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