La prima regola di Conte: nessun calciatore deve essere più pagato di lui
La regola dei capi, dei vecchi maestri. Per capire Antonio Conte bisogna farlo raccontare dai suoi giocatori e tutti dicono che per lui sarebbero disposti a fare qualsiasi cosa. Il calcio per l’ex ct dell’Italia è tutto e non smette mai di pensare alla sua squadra, all’avversario: è un ossesso. Un martello. Si fida di pochi: e ha chiesto carta bianca anche per il preparatore atletico. Tant’è che Sinatti resterà nel Club Italia a tempo pieno (e ha pure organizzato il suo matrimonio ad agosto). L’arrivo di Conte è un ritorno al passato. Conte sa entrare nella mente e nel cuore dei giocatori, li fa sentire più grandi di quello che sono, cioè grandi come loro vorrebbero essere. O pensano di essere. Ed è questo il senso di una possibilità, è questo il potere. Si torna ai tempi di Spalletti, ma difficilmente Antonio si sposterà a dormire a Castel Volturno come ha fatto Lucianone, dopo aver comprato il divano-letto. Il suo modo di lavorare è specialissimo. Non fermatevi alla scorza, alla grinta. Lo studio vero è il gioco, cioè tutto quello che non si vede, le infinite ore in sala-video con i giocatori. I calciatori sono avvisati: si entra al mattino e spesso si esce nel tardo pomeriggio. Ed è il motivo per cui ha già chiesto alla società una serie di innovazioni tecnologiche.
Fonte: Il Mattino