A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Mattia Graffiedi, allenatore ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Fiorentina. Di seguito, un estratto dell’intervista:
Conte è l’uomo giusto per il Napoli?
“De Laurentiis ha l’urgenza di tornare ai grandi successi e Conte è uno dei tecnici di maggiore successo nel breve periodo”.
Saranno in grado tutti, dal presidente alla piazza, di reggere alla pressione?
“Quando scegli un allenatore come Conte sai già di dover alzare l’asticella, sia economica che sportiva. Sarà un’annata ad alta tensione. Arriveranno anche grandi calciatori, altrimenti il tecnico non accetterebbe la destinazione. Antonio è destinato a vincere qualcosa, e lo spero. Con un’altra annata deludente, la tifoseria potrebbe impazzire (ride n.d.r). D’altronde, il nome di Conte ha già cancellato le delusioni ed ha proiettato tutti verso la prossima stagione. Naturalmente, sono i risultati che contano, ma quello di De Laurentiis è un grande colpo”.
Quali sarebbero gli incedibili, dopo l’addio di Osimhen?
“Sono diversi i calciatori. Ci sono Kvaratskhelia, Lobotka, che è un punto di riferimento in mezzo al campo. Conte potrebbe anche rivoluzione l‘assetto tattico e, dunque, ogni giudizio è da sospendere”.
Se si giocasse con il 3-5-2, Lobotka riuscirebbe a trovare una collocazione?
“Il presupposto è proprio comprendere come intenderà giocare Conte. Lo slovacco potrebbe essere impiegato come play, ma dovremo capire come l’allenatore crederà impiegare determinati giocatori. Se potessi, terrei sempre con me un giocatore come Stanislav”.
Sostituire Di Lorenzo, esponendolo ai fischi del Maradona, è stata una scelta che ha denotato mancanza di sensibilità?
“Una stagione strana, condita da tantissimi errori, come quello della sostituzione. Si tratta, però, di un errore fatto in buona fede.
Cessione?
Di Lorenzo ha fatto una crescita incredibile a Napoli, dove ha sempre dato l’anima. È un atro giocatore su cui Conte potrebbe fare affidamento. Tuttavia, il calcio è anche questo. Non ci sono più le bandiere di una volta e bisogna stare sempre attenti”