Convegno razzismo, prima parte: Trombetti e ADL in coro: “L’Italia non è un paese razzista”. Sul nuovo allenatore…

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L’Italia non è un paese razzista. E’ quello il dato emerso dal convegno tenutosi, questa mattina, con inizio alle ore 10:30, presso la sala congressi del Centro Commerciale Jambo 1 di Trentola Ducenta, uno dei 3200 beni sottratti alla malavita organizzata e restituito alla collettività, approfondendo varie tematiche sociali. La prima, quella odierna, era inerente al razzismo, con il titolo provocatorio “L’Italia è un paese razzista?”. 

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Moderatore del convegno è l’ex rettore della Federico II, Guido Trombetti. Nella prima parte intervengono il presidente della SSC Napoli, Aurelio De Laurentiis ed il difensore Juan Jesus; nella seconda, la responsabile dell’ex Canapificio di Caserta Mimma D’Amico e Mamadou Kouassi, al quale il regista Matteo Garrone si è ispirato per il suo pluripremiato film “Io Capitano”.

L’inizio del convegno, vede il Rettore Trombetti introdurre l’argomento, in compagnia di ADL e di Juan Jesus. L’incipit dell’ex Rettore: “L’Italia non è un paese razzista, Napoli non è una città razzista. Certo, nessuno vuole nascondere i problemi, ma ognuno di essi va analizzato nel modo giusto”. Da buon oratore, fa un assist da trequartista consumato al numero uno azzurro: “Non tollero chi da 4 anni in Italia e a Napoli, non parla una parola d’italiano, è una mancanza di rispetto”. Il patron azzurro raccoglie l’assist ed argomenta così: “L’Italia è il paese dell’accoglienza. Vedi, nel 2018, il regista Peter Farrelly realizzò il film “Green Book” dove un pianista afroamericano (Don Shirley, interpretato da Mahershala Alì, ndr), intraprende una tournè in giro per il sud degli Stati Uniti. Per tale motivo ingaggia un autista, ex buttafuori italoamericano (Tony Lip, interpretato da Viggo Mortensen). Gli americani non disconoscevano il valore del musicista ma per il colore della pelle, gli imponevano determinati divieti. Vedete in Italia esistono dei focolai d’intolleranza, rivolti non soltanto contro il diverso colore della pelle; purtroppo si sentono tanti dibattiti sull’argomento ma chi dovrebbe intervenire, dilata nel tempo le soluzioni d’adottare. L’episodio che vede coinvolto Juan Jesus con altro giocatore, potrebbe essere determinato da frustrazioni personali. Per me, l’accento va posto sull’accoglienza, passando sopra determinati episodi”

 

La parola ripassa a Guido Trombetti che nell’introdurre Juan Jesus, si collega così: “Juan Jesus ha fatto bene nel porre l’accento sul problema. Non penso che Acerbi (il primo a fare il nome del giocatore dell’Inter, ndr) sia un razzista. Occorre fare un distinguo tra chi è un razzista e chi usa frasi razziste”

Il brasiliano sente ancora sulla pelle, l’affronto subito ma ancora peggio, i tentativi di nascondere il tutto: “Dopo la partita, mi sono soffermato sull’episodio e ho pensato di essere superiore, lasciando al campo ciò che era successo. Però lui ha provato a smentirmi, facendomi passare per bugiardo. Nella mia carriera non ho mai dato problemi, al contrario della sua. Ciò che posso fare è stendere un velo pietoso, lasciando ai miei figli un utile insegnamento. Siamo nel 2024 e ancora parliamo del razzismo”

 

Poi inizia un dibattito a due, fra Guido Trombetti ed Aurelio De Laurentiis. Inizia il numero uno partenopeo: “Il problema rimane il sistema, sia pre che post episodio. Lì persiste il problema”. Trombetti non è da meno sul tema: “Il sistema ha difeso Acerbi, salvandolo dalla squalifica”. De Laurentiis affonda il problema fin dentro le radici: “Di recente, c’è stata la ricorrenza dell’attentato a Falcone ma nessuno ha parlato del tema del doppio Stato, dopo risulta difficile dare lezioni. Sai, all’inizio i bambini non sono razzisti poi crescendo possono diventare dei bulli che altro non è una forma di razzismo verso il più debole. Alla base di questo fenomeno c’è uno Stato assente, una famiglia sempre più alle prese con problemi di natura economica, sullo sfondo una scuola dove i maestri sembrano inadatti nel confrontarsi con questa realtà. Però non deve sussistere il ‘tirare a campare’…”

Poi inizia un simpatico siparietto fra l’ex Rettore, Trombetti e ADL, sull’impegno politico del primo con il presidente azzurro che gli chiede se appartenesse al PD. Chiudendo con una battuta allusiva sul prossimo allenatore del Napoli. Trombetti: “Fondamentale è l’equità. Ma è inutile attendere qualche parola su quell’argomento, non vi dirà nulla”, con la sala che esplode in un moto d’ilarità. ADL contrattacca: “Non si tratta di non voler dir nulla. I prossimi 10 giorni saranno decisivi dove prevarrà la razionalità sull’essere tifoso”.

Alla fine ADL saluta la sala c’è un aereo che lo attende mentre Juan Jesus si congeda, con la famiglia che lo attende.

 

 

A cura di Simone Di Maro

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