A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Napoli-Lecce
Approfondimento su Napoli-Lecce
Per tutti i tifosi del Napoli la fine di questa stagione suona come una vera liberazione per un’annata iniziata male e finita peggio.
Si è giocata oggi pomeriggio l’ultima giornata di campionato di serie A con la sfida Napoli-Lecce delle ore 18 in programma allo stadio “Diego Armando Maradona“. I partenopei guidati dal “fenomeno” Francesco Calzona, uno che doveva darci una mano a risollevare la situazione, hanno racimolato “ben” quattro punti nelle ultime sei gare ed erano reduci dal 2-2 di Firenze. Discorso diverso per i salentini salvi con due turni d’anticipo e venuti a Napoli a prendersi il meritatissimo applauso. Nonostante un avversario che non aveva nulla da chiedere, gli azzurri sono riusciti nell’impresa di non vincere la partita dicendo addio alle speranze europee.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- Il compleanno “agrodolce“: ha vissuto certamente compleanni migliori nella sua vita il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis, artefice dello scudetto (non dimentichiamolo mai) appena dodici mesi fa e deus ex machina del disastro dell’attuale stagione sportiva. Non è uno abituato a perdere il “focoso” Aurelio, chiamato per la prima volta a dimostrare coi fatti che il suo Napoli non è proiettato verso un ridimensionamento, ma anzi è pronto a rilanciare in chiave “competitività“. Già perchè il termine giusto è proprio questo, se un merito ha avuto la società azzurra è quella di aver avuto una squadra fortemente competitiva abbinata a conti in ordine (ripeto sempre che lo scudetto è una ciliegina ma i tantissimi secondi e terzi posti sono frutto di una precisa programmazione). E allora dai Aurelio per il tuo settantacinquesimo compleanno stavolta fattelo un regalo costoso: prendilo davvero quel signore salentino in panchina…
- Il Napoli che sarà: durante la trasmissione “Calcio Sprint” (CLICCA QUI PER RIASCOLTARLA) in onda ogni giovedì alle 19 su RADIO IBR SCAMPIA avevo parlato e sognato l’approdo di Gasperini a Napoli per la prossima stagione. E mi ero addirittura divertito a disegnare nella mia mente il modo in cui avrebbe giocato, magari con Di Lorenzo nella difesa a tre insieme Rrhamani e Scalvini, e con Kvaratskhelia alla Lookman o meglio alla “Papu Gomez“. E invece no. Indipendentemente dal tecnico, tuttavia proviamo a capire chi potrà a mio avviso fare parte del Napoli futuro. In porta sembra scontato il ritorno di Caprile con un secondo valido (siamo sicuri che Gollini non possa restare?). Sui terzini, salvo miracoli legati a vendite insperate, pare che si vada verso la riconferma dei quattro con Zanoli ceduto per fare cassa e plusvalenza. Tra i centrali l’unico sicuro della conferma sembra Rrhamani, con Juan Jesus (che ha un altro anno di contratto e difficilmente vi rinuncerà) a fare il terzo o il quarto, mentre Natan potrebbe andare in prestito e Ostigard ha mercato. A centrocampo, via tutti gli “scarti invernali” oltre a Demme e Zieliski, con Lobotka-Anguissa-Cajuste torneranno Gaetano e Folorunsho. In avanti confermati (salvo offerte clamorose) Politano–Ngonge a destra, Kvaratskhelia (con rinnovo?) e Raspadori a sinistra, mentre Osimhen e Simeone andranno via. Cosa servirà? Un portiere di riserva affidabile (ripropongo: sicuri che Gollini non vada bene?), un centrale forte forte forte e uno che sia interessante. Un centrocampista da doppia cifra in termini di reti, un centravanti dal profilo promettente e in crescita (personalmente mi piacerebbe David del Lilla) e uno duttile che possa interscambiarsi con Jack nel ruolo di vice. A mio avviso se il Napoli si affiderà a un tecnico bravo e in crescita e non sbaglierà la scelta dell’ossatura centrale (DIFENSORE-CENTROCAMPISTA-PUNTA) potrà tornare fortissimo sin da subito.
- Il mai perdonato: breve storia di uno scrittore super-innamorato del calciatore polacco che indossa la maglia numero 20 del Napoli. Già, per il sottoscritto “Pietro” era diventato un vero e proprio eroe grazie al suo atteggiamento da antidivo e la grandissima umiltà, nonostante non rubasse l’occhio quanto gli attaccanti fortissimi passati nel tempo all’ombra del Vesuvio. Quel tuffo a Torino meno di un anno fa sapeva tanto di liberazione come a dire ai suoi tifosi “questo scudetto è davvero nostro e nessun Orsato potrà mai più scipparcelo“. Un ragazzo d’oro, fin troppo criticato dalla piazza (che ad esempio non è mai stata troppo gentile neanche con Fabian Ruiz per citare un altro calciatore fortissimo). E poi cosa è successo? Sappiamo del gravissimo ritardo societario nel proporre il rinnovo e, allo stesso tempo, è emersa la legittima voglia da parte di Zielinski di cambiare aria dopo otto anni. Non sarebbe stato un dramma salutarci come due fidanzati che si sono amati tantissimo e che hanno capito il momento giusto per dirsi addio. Però scegliere di andare all’Inter, una delle dirette concorrenti almeno fino allo scorso anno, e giocare da gennaio in poi con l’evidente paura di farsi male tirando indietro la gamba, hanno reso questo addio molto meno romantico. Personalmente mi sono sentito tradito da un vero e proprio idolo, perchè Zielinski aveva l’imbarazzo della scelta in tutta Europa e ha pensato solo ed esclusivamente al proprio interesse. C’è qualcosa di male? Giuridicamente no, ma eticamente si e personalmente questo tradimento la considero secondo soltanto al festeggiamento di Higuain sotto la curva dopo quel Napoli-Frosinone. E ALLORA ADDIO PIETRO, NON VALE LA PENA VERSARE NEANCHE UNA LACRIMA PER TE…
- Il Kvontratto: la scorsa estate gli errori societari sono stati tanti e incredibili (quasi roba da dilettanti per chi era riuscito a dominare un campionato mantenendo i conti in ordine). Non faremo l’elenco ormai noto, ma ci soffermeremo su una cosa che stavolta non dovrà assolutamente essere sbagliata. Le questioni rinnovi. Che il Napoli voglia partire dal suo giocatore più forte, Kvaratskhelia, appare scontato soprattutto se in panchina dovesse arrivare quel nome a cui, per onestà, io non ho mai creduto e mai lo farò finchè non sarà messo nero su bianco. Tuttavia è ASSOLUTAMENTE necessario che la situazione contrattuale del georgiano sia definita entro il 30 giugno per evitare il ripetersi della vicenda Osimhen. Quando il presidente capirà che Kvaraskhelia davvero non può percepire da due anni un terzo dello stipendio di Mario Rui? Sarò impopolare, però sincero come sempre, piuttosto che rivivere la faida a cui si è assistito in questo campionato (cose di spogliatoio ma anche attacchi di procuratori verso altri calciatori non in propria gestione) sarebbe meglio vendere anche lui e ripartire con un progetto basato sulla serenità. A patto però che i duecento e passa milioni vengano tutti investiti per allestire una squadra giovane ma di altissimo livello (un pò come avvenne con la cessione di Higuain). Come direbbero i latini “Tertium non datur est“, o il georgiano resta con un rinnovo soddisfacente e magari una giusta clausola o che sia ceduto in tempo per rimpiazzarlo. Per il bene di quella maglia azzurra, troppo bistrattata negli ultimi dodici mesi proprio come i suoi tifosi.
“A mente fredda” è a cura di Marco Lepore