Gian Piero Gasperini ha deciso di restare a Bergamo. Ma per il ds del Napoli Giovanni Manna, ispiratore dell’operazione, non si tratta di una sconfitta professionale: sa bene che un top club deve puntare sempre in alto e ci ha giustamente provato, tenendo sempre viva la soluzione Conte, assai gradita alla tifoseria. Si legge sul Corriere dello Sport.
Il fascino di Napoli e le risorse di un club con disponibilità superiori a quelle dell’Atalanta, che ha (aveva?) un tetto salariale inviolabile, non sono quindi bastati. Hanno infatti prevalso: 1) la volontà di Antonio Percassi che ha preteso il rispetto del contratto, in scadenza nel ’25, e fornito le garanzie tecniche che l’allenatore chiedeva; 2) l’entusiasmo di una città in amore che ha appena raggiunto uno storico traguardo;
3) la prospettiva della SuperChampions opposta alla Conference o al solo campionato; 4) la tempistica: l’Atalanta è attesa a due partite in casa e sarebbe stato difficile, se non impossibile, gestire l’addio del nuovo guru di Bergamo. Ultime, ma non ultime, le esigenze familiari: Gasp non è più un ragazzino con la carriera come priorità.