Tra la pizza, i tortellini e il Kun. Giacomo Raspadori ha raccontato un po’ della sua vita ai microfoni di Betsson Sport. Le sue dichiarazioni attraverso il CdS: «Sono un altruista», ha detto parlando di se stesso. Dote rara per un centravanti. A proposito: «Se dovessi paragonarmi a un giocatore del passato forse direi Di Natale, ma la mia aspirazione è provare ad essere più simile possibile ad Agüero. Non credo, però, di assomigliare ancora a lui». Eccolo, il Kun: «Il mio idolo da piccolo, un punto di riferimento per le sue caratteristiche. Mi sono sempre ispirato al suo modo di giocare». Dall’attacco alla difesa: «Da avversario, credo che Di Lorenzo sarebbe il giocatore che temerei di più. Un difensore». Poi, altra parentesi privata: «A Napoli si sente tanto la scaramanzia, non sono troppo scaramantico e così medito: mi aiuta a concentrarmi ed è diventata una sorta di rito». Lo fa anche il Cholito. «Sotto il profilo della consapevolezza e dell’autostima, però, è stato decisivo il momento in cui De Zerbi, a Sassuolo, mi ha dato la fascia da capitano. Avevo 21 anni». Il gol più bello realizzato a Napoli? «A livello tecnico forse quello con l’Ajax in Champions, al Maradona. Da un punto di vista emotivo, però, dico quello in campionato contro la Juventus a Torino». Passo decisivo per lo scudetto. «Emozioni fortissime. È stato doppiamente bello, per me e per la squadra». Finale culinario: «A Napoli amo la pizza, mentre a casa mia… I tortellini di mia nonna». Bolognese doc.