Non sono rimasti delusi, tutt’altro. Così come gli 11 schierati da Motta non hanno deluso il loro allenatore. A cominciare da Ravaglia, schierato a sorpresa tra i pali: «Mi fido di quello che vedo durante la settimana e cerco di sbagliare il meno possibile. Si meritava di giocare, ma anche Skorupski nell’ultima partita aveva fatto grandi parate.
Lukasz è il primo a sentirsi responsabile quando gioca, ma anche quando non gioca: ha fatto una stagione da livello top, è l’esempio perfetto, il prototipo di giocatore che voglio in un mio gruppo. Pensate, la prima volta che non ha giocato, per un mese non mi ha guardato, ma non ha mai abbandonato i suoi compagni.
Poteva fare diversamente, ma non l’ha fatto. È d’esempio per tutti». Protagonista, per una volta in disparte, di un’impresa che sta per diventare memorabile. «Abbiamo già fatto la storia: non so se ci qualificheremo per la Champions, ma spero di sì. Sarebbe meritato per quanto fatto fino ad oggi. Se poi arriverà anche il terzo posto finale, ben venga, ma per me è secondario e in tutta onestà non mi toglie il sonno: voglio godermi al massimo questo momento con i miei ragazzi, che amo come se fossero i miei figli».
Che ha abbracciato uno ad uno dopo la vittoria di Napoli. «Sono stato onesto e ho provato a essere giusto con ognuno di loro. A volte non è facile, meriterebbero tutti di giocare e l’unica cosa che posso fare è cercare di sbagliare il meno possibile». A Napoli, ancora una volta, non ha sbagliato affatto.