Il doppio ex Beppe Savoldi: “Ecco come si organizza una squadra di calcio”
“Il Napoli secondo me deve provare ad andare in Conference League, è il minimo indispensabile… Non vedere il Napoli fuori nelle coppe europee sarebbe un vero dispiacere. La squadra azzurra ha fatto un campionato incredibile, ma adesso è inutile cercare ragioni su cosa sia successo: stendiamo un velo pietoso. Spalletti – ha detto l’ex attaccante di Napoli e Bologna a Radio Marte nel corso di Marte Sport Live –aveva portato il Napoli a livelli superlativi, e l’ambiente ha risentito molto del suo addio. E’ inutile cambiare tanti allenatori: ne potevi cambiare anche dieci, ma i giocatori non sentivano più lo stimolo morale del loro condottiero, colui che li aveva pungolati e stimolati fino all’ultimo, e si sono lasciati andare. Non è una cosa bella, ma una reazione che ci può stare: è comprensibile. Osimhen segna di testa come facevo io… più o meno… lui è più alto. Al di là delle caratteristiche e dei confronti, è un giocatore sensazionale, un trascinatore: se sta bene ed è in giornata, fa la differenza. L’anno scorso faceva reparto da solo. Ha gambe da cicogna che gli permettono di arrivare dappertutto. Di testa, è davvero eccezionale. Io non ero altissimo, ma sentivo dove sarebbe andato il pallone e puntavo molto sull’anticipo rispetto al difensore. E’ chiaro che se, come pare, andrà via, la sua assenza l’anno prossimo si sentirà moltissimo. Chi mi piace, oggi, tra gli attaccanti italiani? I centravanti ci sono, abbiamo numeri 9 di qualità, ma dipende sempre da come vuoi giocare e dall’idea trasmessa dall’allenatore a tutta la squadra. In Italia non c’è un centravanti più forte di tutti: ne vedo di bravissimi, alcuni più adatti di altri a determinati allenatori. Quando giocavo io, non è che mi potessero lanciare le palle lunghe come ad Osimhen: mi arrivavano palle lateralmente e, lì in mezzo, io c’ero. La squadra va organizzata così, in base alle caratteristiche della punta che hai nella tua rosa”.