Fabio Pecchia non sarà più un avvocato di serie B. Da allenatore – laureato in giurisprudenza – ha conquistato la sua terza promozione con la terza squadra diversa: dopo Verona e Cremonese, ha vinto il campionato anche a Parma. Lo ha fatto al termine di una stagione dominata in lungo e in largo, dall’inizio alla fine. Ha brindato solo mercoledì sera con il pareggio di Bari, ma di fatto la promozione era già in tasca da un pezzo. Merito di un lavoro attento e ragionato. Aveva sfiorato il colpo grosso già nella passata stagione, ma quest’anno non ce ne è stato per nessuno. Una corsa da lepre, con le inseguitrici che hanno potuto solo fiutare le tracce. Ma nulla più.
La terza volta è quella giusta. Perché dopo le promozioni con Verona e Cremonese aveva deciso di lasciare, mentre adesso ha subito messo le mani avanti: «Chi ci sarà sulla panchina del Parma in Serie A? Ci sarà Pecchia», ha assicurato Fabio Pecchia subito dopo il fischio finale della gara del San Nicola. Lui che la serie A l’ha conosciuta prima da calciatore e poi da allenatore, seppure in seconda. A Napoliera arrivato la prima volta in prestito dal Parma (era il 1993) con Marcello Lippi in panchina che lo fece esordire tra i grandi, conquistando anche la qualificazione alla coppa Uefa. Poi il ritorno nel 2000-01, quando di quel Napoli fu anche capitano. L’ultima esperienza, da allenatore: ovvero da vice di Rafa Benitez che lo volle con sé prima in azzurro e poi anche al Real Madrid.