“Udinese-Napoli conta soprattutto per i padroni di casa. Spogliatoio azzurro una polveriera”
Nel corso del suo intervento durante 1 Football Club, Gennaro Scarlato (doppio ex di Udinese e Napoli) si è soffermato sul match tra friulani e azzurri che andrà in scena lunedì 6 maggio al Bluenergy Stadium.
Per chi vale di più la sfida tra Napoli e Udinese?
“A mio avviso, vale di più per l’Udinese, perché deve salvarsi, ha delle motivazioni diverse. Il Napoli è in una posizione ibrida, non fare risultato a Udine sarebbe, come dire, la normalità. Fabio Cannavaro, d’altronde, ha avuto una occasione unica e metterà tutto sé stesso. L’Udinese è una società mentalizzata, parlo per esperienza. Un modello di gestione a cui il Napoli potrebbe guardare”.
Buongiorno del Torino può essere l’obiettivo giusto per gli azzurri?
“E’ un giocatore giovane, di assoluto valore. Torino è una piazza come Napoli, c’è grande passione e partecipazione da parte del tifo. Napoli è una piazza più grande, logicamente. Mi aspetto che non risenta la pressione della città. Concedetemi una battuta: peggio di quanto visto quest’anno non può fare…”.
Che stagione è stata per Rrahmani?
“Non esaltante, come tutto il reparto difensivo. Le delusioni principali vengono da lui e Di Lorenzo. Nel momento in cui avrebbero dovuto prendere la squadra in mano, sono venuti meno. Secondo me, c’è stato anche qualche diverbio tra i giocatori. Una stagione particolare. Parlo per sentito dire, senza avere certezze, come per quanto successo in relazione al ritiro. Gli spogliatoi hanno sempre le orecchie, purtroppo. È sempre stato così”.
In uno spogliatoio è plausibile che qualche calciatore possa scavalcare il capitano?
“Nello spogliatoio dove ero presente io, no. Eravamo in quattro o cinque a tenere in piedi le sorti dello spogliatoio. Si cercava sempre di prendere una decisione di concerto. Vi racconto un aneddoto. Dopo una gara al San Paolo, in cui non facemmo risultato, il presidente scese negli spogliatoi con il direttore Marino proponendo il ritiro. Da capitano, e a nome dei calciatori, risposi che si trattava di una misura inutile, ma se la società aveva deciso così, ci saremmo adeguati. Quest’anno è accaduto questo, purtroppo. Quando il capitano viene a conoscenza di ciò, è normale si faccia sentire, anche che venga a muso duro con il compagno. Rinunciare al ritiro in un momento particolare come questo è anche una decisione poco condivisibile”.
Di Lorenzo è stato, forse, abbandonato dalla squadra?
“Probabilmente, sì. O, forse, erano in due che volevano questa situazione, pur dovendo adeguarsi alla maggioranza. Non è bello, però, sentirsi sminuito nel ruolo di capitano”.
Come procede l’avventura con il Pompei?
“Siamo in preparazione per la finale dei playoff contro il Nola. Possiamo puntare al doppio risultato. In caso di esito positivo, ci sarà la fase nazionale”.