A Radio Marte nel corso di Marte Sport Live è intervenuto Enrico Fedele, dirigente sportivo, sulla stagione disputata dal Napoli e sul da farsi per la prossima stagione: “Il Napoli deve liberarsi da quella scorza di euforia esagerata che ha portato tutti – giocatori, dirigenti, pubblico – a volare senza ali. Bisogna tornare con i piedi per terra e far fare il lavoro a chi sa farlo. Arrivare in zona CL era l’obiettivo principe, ma quest’anno è stato fallimentare perché non siamo riusciti a difendere lo scudetto, anzi lo abbiamo umiliato ed è una cosa grave. Si ricorderà lo scudetto dopo 33 anni ma anche l’anno successivo come la peggiore detentrice dello stesso. Sembrano passati decenni rispetto alla stagione tricolore.
Quale addio ha pesato di più? Noi abbiamo esaltato Kim, che oggi non gioca. In quel momento e in quella squadra ha fatto cose strabilianti, al Bayern fin qui ha deluso. Il problema del Napoli non è fisico (il ritorno di Sinatti lo dimostra) ma è di tipo psicologico.
Il Napoli è stata una squadra senza grandi campioni ma cementata da Spalletti e Giuntoli.
Il Napoli ha bisogno di 6-7 innesti: confermerei Lobotka, Kvara, Politano e Rui appena confermati, Di Lorenzo deve decidere se vuole rimanere ed io lo terrei, Anguissa lo confermerei. Tenterei di trattenere Raspadori in assenza di offerte importanti e Lindstrom che secondo me può dare di più. Allegri? Ha vinto sei scudetti, più di Conte: è il Trapattoni del duemila. Ha fatto gavetta, ha vinto con Milan e Juve. Ricordiamoci che a Napoli abbiamo sacrificato un certo Ancelotti. Quale reparto da rinforzare maggiormente? Va rinforzata soprattutto la difesa con due difensori ed un portiere. De Laurentiis ha fatto grandi cose come manager ma quando si è voluto travestire da competente di calcio facendo a meno di chi conosce il calcio, è andato al di là della ragionevolezza. Come vincitori dello scudetto siamo stati indegni ed è una cosa che ci porteremo dietro. Noi saremo vicini al patron che però dovrà fare le cose come si fanno in una grande azienda. La scelta di Manna fa pensare immediatamente che siamo punto e a capo: per contrastare questo discorso bisogna prendere un allenatore buono e un uomo di calcio. Manna è giovane, non ha autorevolezza per il momento, l’esperienza è importante. Se è stato preso per creare un management è una cosa, se dovrà fare tutto da solo un’altra. Con Giuntoli, la Juve ha dato pieni poteri a quest’ultimo, forse ritenendo Manna troppo giovane per fare un certo tipo di discorso. Per me va bene che lui abbia pieni poteri come scouting ed organizzazione ma ci vuole anche un manager grande che abbia autonomia e autorevolezza”.