La politica dei piccoli passi: l’era Manna inizia in sordina fra tante incertezze

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Non è il messia, perché nessuno lo è, né l’uomo che risolverà d’un colpo tutti i problemi, perché non è neppure Mandrake. Ma certo Giovanni Manna sta iniziando già, a piccoli passi e nell’ombra, a tessere la tela per nome e per conto di Aurelio De Laurentiis. Magari, come un Re Magio, porterà in dono Antonio Conte o forse Stefano Pioli. Oppure Vincenzo Italiano. Ma certo, rispetto a Meluso e Micheli, si prepara a essere molto di più al centro delle cose del Napoli. Lo ha chiesto e lo ha preteso prima di accettare il quinquennale. La Juventus lo libererà solo a giugno formalmente. Ieri De Laurentiis, nonostante la partecipazione alla cabina di regia per Bagnoli a Palazzo Chigi, ha trovato il tempo per sentire Francesco Calzona e farsi raccontare la reazione alla sua decisione di spedire la squadra in ritiro venerdì. Ciccio è contrariato e ha più di una ragione per avercela con la squadra: si giocava una grande partita anche lui, quella della riconferma in caso di qualificazione in Champions. Ora, tutto è saltato. Compresa la permanenza, eventuale, nello staff nella prossima stagione. Anche se su questo punto, assai delicato, la discussione potrebbe slittare a fine stagione. Venerdì la squadra andrà in ritiro al Novotel di Caserta. La sconfitta della Roma aumenta le recriminazione del gruppo azzurro in vista dello scontro diretto di domenica che avrebbe potuto riaprire i giochi per il quinto posto.

 

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Fonte: Il Mattino

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