Menghini: “Se alleni Buongiorno non ne fai più a meno”

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A Radio Crc nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Andrea Menghini, allenatore

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Alessandro Buongiorno arrivò da noi quando aveva 9 anni e con grande lavoro, sacrificio e professionalità è diventato uno dei più forti difensori italiani. Non è stato precoce, ha lavorato per essere dov’è. Per noi è sempre stato un profilo di grande propositiva, ma la sua forza sta proprio nel lavoro e nella determinazione. Ha alle spalle una famiglia splendida e oggi è sulla bocca di tutti. Col lavoro è cresciuto, ha grandi qualità fisiche e mentali. Finito il percorso giovanile è maturato, ha fatto esperienze e rientrato a Torino è diventato una bandiera per la nostra società. Questa estate ha rifiutato Bergamo per attaccamento alla maglia, ma qualsiasi società lo prenderà, farà un affare perchè Buongiorno è una garanzia. 

Gioca nella difesa a 3, ma è talmente intelligente che può adattarsi a qualsiasi modulo. Quest’anno fa il centrale, ma l’anno scorso faceva il braccetto di sinistra. Se gli dai un uomo da marcare poi, gli dai il pane. La lettura è il suo punto forte e oggi anche grazie al lavoro di Juric inizia ad affacciarsi nell’area avversaria. Nelle palle inattive sta iniziando a farsi sentire. 

C’è da capire che progetti ha la società di Cairo, le offerte che arriveranno, cosa gli si prospetta. Questa estate ha dimostrato di voler restare e fare il capitano della sua squadra, ma è chiaro che tante altre società guardano a lui e che possono essere nel suo futuro. 

Quando alleni Buongiorno, non lo lasci più fuori perchè capisci che puoi fidarti di lui e per un allenatore avere fiducia nelle prestazioni dei giocatori è fondamentale. Buongiorno non è uno di quelli che ti fa una partita da 10 e una da 3, lui è lineare. Non a caso in poco tempo si è preso la titolarità nel Torino. Buongiorno è una garanzia anche nello spogliatoio perchè è uno che sta al suo posto, è un lavoratore, non si lamenta, si tira su le maniche e lavora. 

Napoli è una grande squadra, ma è caduta in quell’aspetto psicofisico che ti fa arrivare sempre un senso in ritardo e nel calcio moderno l’aspetto psicologico è fondamentale”. 

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