IL POKER. La rosa dei candidati ideali è sempre la stessa, tutti molto autorevoli: Stefano Pioli, 58 anni, un tecnico che con il Milan ha già vinto uno scudetto e che oggi vive sotto la luce scomoda dei riflettori di San Siro perché i cicli finiscono, anche i più belli; Gian Piero Gasperini, 66 anni, il vate della Dea che è anche un’antica passione del presidente, addirittura allenatore del Napoli per un giorno di 13 anni fa (prima del dietrofront del riluttante Mazzarri). Loro in cima e sullo sfondo Antonio Conte, 54 anni, l’offerta di allenare gli azzurri in difficoltà a ottobre, al tramonto della breve parentesi di Rudi Garcia; e poi Vincenzo Italiano, 46 anni, il più giovane della compagnia ma non certo il meno dotato, seguito con attenzione da Adl sin dai tempi dello Spezia. Un poker di valore. Di valori.
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LE FILOSOFIE. Un dato è molto chiaro: De Laurentiis apre anche alla difesa a tre, il mantra del Gasp e di Conte. Non soltanto tridente e difesa a quattro, sebbene la struttura della squadra e la composizione della rosa esibiscano chiaramente il marchio adottato ormai da un po’: sia Pioli, sia Italiano garantirebbero una sorta di continuità, sull’onda del 4-3-3 o del 4-2-3-1; una chiave per il rilancio di Raspadori, tra l’altro, usato poco e mica sempre come piace a lui, con l’agio del suo calcio, in questa stagione.
SI CHIUDE. Fatta eccezione per Conte, libero da un annetto dopo la fine dell’esperienza al Tottenham, ognuno dei tre signori di cui sopra ha le idee più o meno chiare: Pioli e Italiano sono al bivio dei saluti con il Milan e la Fiorentina; Gasperini ha giustamente individuato la sua priorità nella semifinale di Europa League, prima di dedicarsi ad altro. Ma De Laurentiis, dicevamo, vuole chiudere: il cerchio, la storia, la parentesi. Meglio ancora se in archivio andranno tutti i ricordi brutti seguiti all’annata più bella e storica degli ultimi 33 e ormai 34 anni azzurri. Il Napoli deve ripartire, il presidente vuole riavvolgere e riavviare. E ravvivare: il tempo della scelta è dietro l’angolo. Il poker è d’assi. Fonte: CdS