Sabato pomeriggio allo stadio Castellani c’era anche Luciano Spalletti in tribuna. Per la seconda gara consecutiva l’ex allenatore azzurro ha visto dal vivo il Napoli. Infatti, era anche al “Maradona” per il match con il Frosinone. Sono stati 180 minuti da incubo per il commissario tecnico della Nazionale. Gli stessi calciatori che avevano incantato l’Italia e l’Europa nella scorsa stagione con lui in panchina si sono resi ridicoli al cospetto di avversari che stanno lottando per non retrocedere. Ma è da tutto il campionato che si prendono batoste senza mai aver trovato la via della svolta. Da Garcia a Calzona passando per Mazzarri il “fil rouge” è stato sempre lo stesso. Non si è mai avuta l’impressione che si potesse invertire la tendenza. Si è andati di male in peggio fino ad uscire da tutte le competizioni. Un crollo totale e inspiegabile. La verità è che è stato Spalletti a fare un’opera d’arte con un gruppo di calciatori molto modesto. “È stata la mano di Luciano”, avrebbe detto il regista Paolo Sorrentino. È riuscito con il suo lavoro a trarre il massimo da elementi che si sono sciolti non appena lui se ne è andato. Ce la siamo presa con il francese e il toscano e stiamo attaccando il commissario tecnico della Slovacchia. Ma la verità è che la rosa è formata da profili che si sono illusi di essere dei campioni dopo aver vinto lo scudetto ed, invece, sono solo dei giocatori normali. Che si sono nascosti dietro agli alibi degli allenatori sbagliati senza mai prendersi delle responsabilità. Personalmente ho sempre attaccato De Laurentiis evidenziando che la sua politica societaria e calcistica è stato il peccato originale di questa stagione. Poi, però, in campo non ci va lui. Non posso sempre prendermela con il presidente. Anche perché per battere Frosinone ed Empoli non ci voleva poi tanto. Purtroppo questo Napoli deve essere rivoluzionato. Devono andare via quasi tutti. Anche su Di Lorenzo si devono fare delle valutazioni. L’anno passato era il terzino più forte al mondo, oggi sembra essere diventato il più scarso. Anche al Castellani la sua prova è stata pessima. Ci vuole un repulisti. Costi quel che costi. Anche perché peggio di come si sta facendo non si può fare. Al prossimo allenatore bisognerà dare una squadra motivata che sa di indossare una maglia azzurra che va onorata sempre e comunque. Cosa che non è accaduta quest’anno.