A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Empoli-Napoli

Approfondimento su Empoli-Napoli

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Empoli e Napoli nelle ultime due sfide (in Toscana a febbraio del 2023 e in Campania a novembre) hanno visto sempre vittorie esterne.

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Si è giocata ieri pomeriggio alle ore 18:00 presso lo stadio “Castellani” di Empoli la sfida tra i padroni di casa di coach Davide Nicola e il Napoli, valida per la 33° giornata del campionato di serie A. I toscani sono in piena bagarre salvezza e dopo la sconfitta nello scontro diretto di Lecce dovevano subito rialzare la testa, anche perchè la classifica è cortissima. Il Napoli, nella sua terza versione targata Francesco Calzona, sta provando a rendere un pochino meno “scandalosa” la propria stagione. Il pareggio casalingo col Frosinone. però, ha chiuso definitivamente tutte le porte per l’Europa. E anche nel match di ieri di Empoli ha vinto la squadra che aveva più idee, ovvero quella toscana.

Ecco, di seguito, i principali spunti del match:

  • La quattordicesima: partiamo con i numeri. Questa squadra subisce gol da quattordici gare consecutive, persino contro l’Empoli peggiore attacco della serie A è riuscita a farsi bucare (dopo quattro minuti da Cerri che non segnava da tre anni). Ma non basta, perchè gli azzurri di Davide Nicola hanno colpito anche un legno e sfiorato più volte il raddoppio soprattutto nel primo tempo. Questa è solo una delle fotografie impietose di una stagione che ha lasciato lo stesso livello di devastazione (ma in senso negativo) dello scudetto di dodici mesi fa.

 

  • Ringhio Calzona: premessa doverosa, tutti vogliamo bene all’uomo Francesco Calzona, serio professionista e persona perbene. Detto questo non mi è mai piaciuta la mancanza di obiettività nelle valutazioni, a seconda della persona giudicata. Anche ieri ad Empoli si è visto un tecnico non in grado di saper fronteggiare uno spogliatoio che è una polveriera e scarsamente preparato da un punto di vista tattico e organizzativo. Sento parlare di costruzione dal basso. Alt, fate un passo indietro. Perchè in casa Napoli assistiamo solo a un palleggio sterile orizzontale nella propria trequarti finalizzato al lancio casuale in avanti e non certamente a creare superiorità con la palla al piede. Aggiungiamo sostituzioni tardive (71 minuti prima di effettuare il primo vero cambio e poi la solita “chicca” di inserire Simeone solo all’87’) e casuali (mister ripeta con me “RASPADORI NON E’ UN ESTERNO“). Tre punti complessivi nelle sfide contro Cagliari-Torino-Frosinone-Empoli sono davvero pochi anche per uno che di professione fa il secondo (probabilmente persino Starace ne avrebbe raccolti di più) e la perla nelle dichiarazioni post-Frosinone (“non abbiamo saputo fiutare il pericolo“) ha rievocato antichi veleni di gattusiana memoria di cui non si sentiva proprio alcuna necessità. Giusto assumersi le responsabilità al termine della sfida del Castellani (per la verità ha anche detto di aver lavorato tanto in settimana), ma da buon vice di Sarri mi sarei aspettato la ripetizione dell’unico gesto dignitoso e possibile dopo le sue parole: le dimissioni.

 

  • Il risuscitato: al momento delle formazioni ufficiali c’è stato molto sgomento nel vedere titolare nella posizione di terzino sinistro Natan e non Mazzocchi. Tutti abbiamo pensato a storie tese tra il tecnico e il laterale ex Salernitana che non aveva mai visto il campo sotto la gestione Calzona. Ma la spiegazione (non ufficiale ma solo fatta trapelare agli organi di stampa) era di un improvviso stato influenzale del calciatore di cui però nessuno sapeva nulla. Quello che si giustifica molto meno però è come sia possibile che, dopo i disastri dei primi 45 minuti da parte del brasiliano, Mazzocchi stesse improvvisamente meglio e in grado di giocare un’intera ripresa. Guardando il calendario Pasqua è terminata da quasi tre settimane e senza voler apparire blasfemi a tutti i costi, la storia ha prodotto un UNICUM  in termini di risurrezioni. Brutta, molto brutta, quasi terribile la gestione di un gruppo se non si hanno gli attributi per tenergli testa.

 

  • Le due storie: a distanza di meno di dodici mesi il Napoli è stato capace di scrivere due storie, al loro modo entrambe eccezionali. Il terzo storico scudetto, arrivato il 04 maggio dello scorso anno che ha portato un popolo intero (dislocato in tutto il mondo) a impazzire di gioia. Ma allo stesso tempo da trentatre giornate di serie A stiamo assistendo anche a un vero e proprio vilipendio e oltraggio verso quel tricolore, cucito sulla maglia azzurra e indossato con scarsa dignità. Questi ragazzi saranno ricordati per aver regalato un sogno, ma anche per tutti i record negativi che invece in questa stagione stanno collezionando da campioni d’Italia. Stipendi pagati con regolarità ogni mese vanno in antitesi con la mancanza di un uomo societario in grado di tenere a freno gli egoismi e le gelosie tra i singoli calciatori. In una stagione record per numero di italiane qualificate in Europa, il Napoli rischia seriamente di vedersi superare in classifica anche da Fiorentina e Torino, chiudendo meritatamente al decimo posto. Perchè ancora una volta l’onestà intellettuale mi porta a dire che il presidente Aurelio De Laurentiis è riuscito a centrare l’unico vero obiettivo che si era prefissato la scorsa estate: il rinnovo di Osimhen con tanto di clausola a tre cifre per la sua cessione all’estero a giugno. IL BENE E IL MALE CHE SI INCROCIANO E SI SCAMBIANO TRA LORO IN MENO DI 365 GIORNI…

“A mente fredda” è a cura di Marco Lepore

 

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