DOVE COLPIRE. Oggi un allenatore sa esattamente se sia meglio attaccare a destra o a sinistra, quali zone occupare per fare densità, quale calciatore soffre le caratteristiche del proprio alfiere e quali movimenti (più dei moduli) sono necessari per far incartare l’avversario. Non basta più la sola osservazione empirica, anche se l’occhio umano vuole la sua parte, ma c’è un disperato bisogno della statistica. Prendiamo ad esempio il caso di Cancelo del Manchester City, citato in un report di Cube: il portoghese ha oltre il 90% di verticalità ed è sotto il 50% nei duelli aerei; significa cioè che contro di lui sarebbe meglio giocare la palla alta (mettendo dalla sua parte un giocatore più fisico?) e in fase di non possesso l’ideale sarebbe concedergli passaggi orizzontali. «Misuriamo sia la qualità delle situazioni di una partita sia le decisioni dei giocatori» ci fanno sapere. Con questo sistema è possibile monitorare l’evoluzione di un team e le sue prospettive di miglioramento, ma anche mostrare le lacune altrui e, in ottica mercato, trovare la soluzione su misura senza spendere molto. La nazionale ungherese lo usa da tempo e anche tramite Cube sta raggiungendo gli straordinari risultati recenti. «Siamo un Paese di 10 milioni di ct, ma quello vero è italiano», scherza Attila Csernus, di mestiere corporate executive. Noi siamo 60 milioni.
Fonte: CdS