CUBE – Il sistema di analisi dei dati che arriva dall’Ungheria ha fatto le fortune della nazionale del ct Rossi

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Ma gic Cube. Caleidoscopico e poliedrico come quella figura ricca di combinazioni ideata da Erno Rubik, genio ungherese che sembra avere in qualche modo ispirato venti connazionali. Sono tutti giovani ingegneri o informatici che tramite la società xfb Analytics, con sede a Budapest, hanno messo le loro competenze a disposizione di una passione chiamata calcio. Così hanno creato un nuovo sistema di raccolta dati per conoscere vita, morte e miracoli delle prime 3-4 serie di ogni campionato d’Europa (oltre 600 leghe), e con esse ogni dettaglio tecnico degli atleti che le compongono. L’hanno chiamato “Cube” perché «ogni dato è come un mattoncino che compone un complesso edificio». A qualcuno pare già l’evoluzione di Moneyball, l’algoritmo utilizzato dal Milan per le operazioni di mercato.

Factory della Comunicazione

I DATI. Cube è un rivoluzionario sistema di analisi del calcio che si basa su modelli di intelligenza artificiale integrati, creando approfondimenti specifici sui numeri di una partita o di un’intera stagione. Ma i dati da soli non bastano perché sarebbero incomprensibili ai più nel loro linguaggio tecnico: servono quindi analisi per interpretarli e visualizzazioni chiare. Ed è così che gli ungheresi hanno deciso di sorprenderci… mostrandoci delle pizze. Grafici non a torta, bensì a forma di pizza, dove se un parametro raggiunge il cornicione allora significa che tende all’eccellenza, mentre nel momento in cui resta vicino al centro rappresenta un punto di debolezza. Ti fai sempre fare gol nello stesso modo? Sei vicino alla mozzarella. Sei magistrale nel pressing alto? Ti avvicini al bordo. Questo modello aiuta i processi di scouting di un calcio sempre più analitico, dove le partite si giocano prima al computer e poi sul campo.

 

 

 

 

 

DOVE COLPIRE. Oggi un allenatore sa esattamente se sia meglio attaccare a destra o a sinistra, quali zone occupare per fare densità, quale calciatore soffre le caratteristiche del proprio alfiere e quali movimenti (più dei moduli) sono necessari per far incartare l’avversario. Non basta più la sola osservazione empirica, anche se l’occhio umano vuole la sua parte, ma c’è un disperato bisogno della statistica. Prendiamo ad esempio il caso di Cancelo del Manchester City, citato in un report di Cube: il portoghese ha oltre il 90% di verticalità ed è sotto il 50% nei duelli aerei; significa cioè che contro di lui sarebbe meglio giocare la palla alta (mettendo dalla sua parte un giocatore più fisico?) e in fase di non possesso l’ideale sarebbe concedergli passaggi orizzontali. «Misuriamo sia la qualità delle situazioni di una partita sia le decisioni dei giocatori» ci fanno sapere. Con questo sistema è possibile monitorare l’evoluzione di un team e le sue prospettive di miglioramento, ma anche mostrare le lacune altrui e, in ottica mercato, trovare la soluzione su misura senza spendere molto. La nazionale ungherese lo usa da tempo e anche tramite Cube sta raggiungendo gli straordinari risultati recenti. «Siamo un Paese di 10 milioni di ct, ma quello vero è italiano», scherza Attila Csernus, di mestiere corporate executive. Noi siamo 60 milioni.

 

 

 

 

 

 

Fonte: CdS

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