Il Mattino – I centocinquanta giorni di Garcia in azzurro, la sua avventura finì proprio con l’Empoli

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Rudi Garcia doveva portare il Napoli Campione d’Italia verso una nuova stagione e provare a tenere il passo con quella che aveva scritto la storia, ma così non è stato, e la sua avventura in azzurro è durata solo 150 giorni, finita proprio con la sconfitta contro l’Empoli, come racconta oggi Il Mattino. L’Empoli è stato il suo capolinea, centocinquanta giorni dopo il suo approdo in azzurro. Il Napoli, quel pomeriggio, dopo l’1-0 dei toscani, era quarto in classifica, a +3 sul quinto posto e con la qualificazione agli ottavi di Champions in tasca. Il francese era stato l’unico che aveva accettato le condizioni di De Laurentiis che aveva rimediato una serie, impietosa, di rifiuti. Compreso Luis Enrique («Meno male che se ne è andato al Psg», spiegò ancora il presidente in una delle sue tante confessioni). «Presi Garcia perché vidi il suo curriculum pieno di successi in Italia», raccontò il patron perché riteneva di doversi giustificare. Senza rendersi conto che il peggio doveva ancora arrivare. «Appena disse che non aveva mai visto il Napoli di Spalletti, dovevo mandarlo via, a Capodimonte, con un colpo di teatro». Garcia fece giusto in tempo, dopo il gol di Kovalenko, di dire alla squadra: «È solo colpa mia». In realtà, aveva previsto molte cose: «Se c’è chi si dovesse addormentare – avvertì – gli darò io la sveglia». Juan Jesus la prese malissimo e postò un orologio sui social. Ma pure Garcia, in realtà, la sveglia non è mai riuscita a darla. Centocinquanta giorni, 8 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte. Dopo, ha lasciato il Napoli. Era il 13 novembre quando arrivò l’esonero. Ha avuto il fiato sul collo per ogni giorno, in quei cinque mesi, e poi alla fine è stato mollato da De Laurentiis con una telefonata brevissima, concluso l’accordo con Mazzarri.

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Centocinquanta giorni pieni zeppi di troppi sì: aziendalista oltre misura, non un solo nome “suggerito” sul mercato estivo è stato preso. Voleva Danso, si è ritrovato Natan. Non se ne è mai lamentato. Aveva un compito: creare uno spartiacque tra il primo e il dopo. De Laurentiis ha avuto solo una richiesta: valorizzare Raspadori. E lui ci ha provato in ogni modo. Un grande errore: puntare su Rongoni e far partire Sinatti. Chissà se pure lui se ne è mai pentito. Spingeva, inutilmente, per i rinnovi dei big: Kvara, Osimhen e Zielinski. Tutto inutile. Avrebbe voluto, Garcia, una multa per Osimhen dopo “il vaffa” a Bologna. Non lo ascoltarono. Come praticamente mai. Per centocinquanta giorni”.
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