D’Agostino: “Il Napoli si gioca l’Europa col Frosinone. Tra Conte e Pioli prendo…”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Gaetano D’Agostino, allenatore ed ex calciatore, tra le altre, di Roma e Fiorentina. Di seguito, un estratto dell’intervista:

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Che peso ha Napoli-Frosinone per la rincorsa all’Europa?
“Sono tre punti fondamentali anche considerando quante gare mancano alla fine. Il Napoli deve garantire continuità, sia di prestazione che di risultato. Devo dire che mi è rimasto l’amaro in bocca… È la squadra più forte del campionato, dopo l’Inter. Da simpatizzante degli azzurri, spero che le partite che mancano possano concludersi bene, ambendo ad una qualificazione in Europa”. 
Quanto carattere ha dimostrato la Roma a San Siro?
“Oltre il carattere, De Rossi ha fatto una gara tatticamente perfetta. Poi c’è la personalità di andare a San Siro, e di dominare gran parte del gioco. Il Milan non sia spettava El Shaarawy sulla destra, in contenimento di Theo, così come Celik. È stata una partita a tratti perfetta, con il Milan che ha beneficiato più delle qualità dei singoli”. 
Pioli potrebbe essere l’allenatore giusto per il Napoli?
“Con Pioli va sempre fatto un discorso progettuale. Il Napoli dovrà ripartire quasi da zero, capendo chi avrà gli stimoli per continuare in azzurro. Tecnici come Conte, invece, pronti via possono lasciare il segno. Resta da vedere quali sono le intenzioni del club. Pioli può restare in azzurro più a lungo, mentre Antonio potrebbe vincere ed andare via”. 
La trattativa con Conte potrebbe davvero concretizzarsi?
“Ho tanti difetti, l’unico pregio che ho è di dire quello che penso. Se il presidente darà degli obiettivi da raggiungere, lasciando fare all’allenatore, riuscirà a raggiungerli. Conte può anche durare un mese, scontrandosi con il presidente… In caso contrario, andrebbe scelto un tecnico più tranquillo. Ci sono alcuni tempi che andrebbero rispettati, soprattutto nella comunicazione. Quest’anno ne ho sentite tante. Con Conte, dunque, la strategia andrebbe cambiata”. 
Quanto mancherà Zielinski al Napoli?
“Tantissimo. Marotta è abilissimo a fare questi colpi, e quello di Piotr è un gran colpo. Zielisnki aveva trovato grande continuità, ma la gestione di questa vicenda non è stata ottimale. Bastava concretizzare un rinnovo anche annuale, quantomeno per assicurarsi una plusvalenza”. 
È solo responsabilità degli allenatori la crisi attuale del Napoli?
“Ne sono stati cambiati tre… Basti pensare all’intervista del presidente, quando ha detto che aveva capito di non dover far firmare Garcia durante la presentazione, mentre dichiarava di non conoscere il Napoli di Spalletti. L’allenatore è sempre il primo a pagare e, insieme alla squadra, ha delle colpe. Tuttavia, non sono gli unici. Chiunque avrebbe rischiato dopo Spalletti.
Meglio non si poteva fare. La domanda che mi pongo sempre, però, è: perché non si può mai fare meglio, da Roma in giù? Bisogna capire che, se i fattori esterni prendono il sopravvento sul gruppo squadra, diventa sempre difficile. Il rischio è quello di alimentare un calderone in cui a pagare è sempre l’allenatore. La soluzione migliore è la programmazione”. 
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