La mano destra del Napoli: coralità e occasioni

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Se fosse stato un film in rossonero li avrebbero chiamati Trinità, la mano destra del Diavolo; ma loro sono azzurri. E così il titolo dell’asse Di Lorenzo-Anguissa-Politano diventa inevitabilmente: la mano destra del Napoli. Un martello, produttori di gioco e azioni recitate a memoria anche domenica scorsa all’U-Power: la rimonta contro il Monza, in vantaggio di un gol dal 9’ del primo tempo, è partita ancora al 9’, però del secondo tempo, quando dalla panchina s’è alzato Politano – al posto di Ngonge – e la fascia destra è esplosa. Decisivo l’attaccante, decisivi anche Frank e il capitano: dentro tutte le azioni dei quattro gol, chi in un modo e chi pure nell’altro, e sempre certi di meccanismi mandati giù come una filastrocca sin dai tempi di Spalletti.

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L’ELENCO. La storia è semplicissima: in occasione dell’1-1 è proprio l’asse a sviluppare l’azione, rifinita poi da Anguissa con un cross da ala destra preciso e perfetto per la testa dell’uomo volante (Osimhen); il 2-1 lo ha segnato direttamente Politano in persona con una volée di sinistro da una ventina di metri, uno dei gol più belli dell’intera stagione; il 3-1 è toccato a Zielinski, con un altro capolavoro da fuori giunto al culmine di un’azione inaugurata da Di Lorenzo con un filtrante in area proprio per lui; il 4-2, il tap-in di Raspadori, è il risultato finale di un’incursione del capitano con tiro respinto da Di Gregorio.
IL GIOCO. Decisivi, insomma. E quando capita coinvolgono anche Rrahmani. Sì, lui: i gol in fotocopia del difensore con il Sassuolo al Mapei e il Barcellona nel bis degli ottavi di Champions sono il frutto di uno schema nato, sviluppato e ricamato proprio sulla fascia destra dai soliti tre registi. Quanto accaduto a Monza non è un caso, la mano destra del Napoli è quella più impegnata, più collettivamente organizzata per certe storie, più incisiva. È coralità, è filosofia, è gioco. Di Lorenzo, tanto per concludere l’analisi, è anche il giocatore della squadra che spesso colleziona più ingressi nella trequarti e in area avversaria: e lo chiamano difensore.

 

Fonte: CdS

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