Il tempo delle parole e dei buoni propositi è scaduto da un pezzo. Servono i fatti, serve ritrovare lo spirito di squadra e l’orgoglio dei campioni d’Italia. Mai una squadra con lo scudetto sul petto aveva avuto un cammino così negativo nella stagione post trionfo e questo a Napoli è un dato mortificante, per i giocatori e per i tifosi. Per questo, ora, la città si aspetta un’inversione di tendenza e il presidente Aurelio De Laurentiis pretende una reazione da vero Napoli. Otto gare alla fine, otto finali da giocare con la fame di chi non può scendere dal treno europeo, scrive La Gazzetta dello Sport.
Lo ha ribadito al gruppo il presidente in questa settimana, durante un blitz a Castel Volturno: va onorato lo scudetto, va onorata la maglia che si indossa. A partire da Monza, gli alibi sono finiti e serve una reazione. Così, Francesco Calzona ha deciso di ridare fiducia all’undici tricolore: oggi all’U-Power Stadium, sarà il miglior Napoli, con in campo tutti i protagonisti dell’impresa scudetto di un anno fa. Torna Khvicha Kvaratskhelia nel tridente avanzato, pronto ad azionare Osimhen, a secco per tutto il mese di marzo. E ritrova una maglia da titolare anche Piotr Zielinski, separato in casa per via di un contratto non rinnovato e di un addio certo a fine stagione.
Ma la scelta di lasciare fuori il polacco dalla lista Champions e anche da un posto da titolare in campionato, più che una punizione per Zielinski è stato un autogol tecnico del club, che ha deciso di propria volontà di privarsi di uno dei centrocampisti con maggior talento della Serie A. D’accordo, c’era da provare le potenziali di Hamed Traorè, ma forse serviva usare una strategia diversa per non rischiare non solo l’eliminazione dalla Champions – come è accaduto col Barcellona – ma anche di staccarsi dai posti nobili di classifica che portano alla qualificazione alla nuova Champions, con tanti soldi in palio per i club, prestigio, e un diverso appeal da giocarsi sul prossimo mercato. I fatti hanno dato torto a De Laurentiis, ma adesso c’è ancora tempo per salvare il salvabile, a patto che il Napoli torni a vincere già da oggi, dopo un mese di digiuno.
Vietato fallire Il presidente crede ancora in una qualificazione europea e ha voluto trasmettere carica alla squadra, apparsa mortificata e svuotata dopo l’ultima sconfitta con l’Atalanta. Contro la Dea poteva girare la stagione, è finita con la contestazione delle curve e un coro che ha ferito gli uomini prima ancora che i calciatori. Ora c’è da trasformare quel «via da Napoli» cantato dai tifosi in applausi, ritrovare sorrisi e vittoria.