La patch antirazzismo sulla maglia è scomparsa, come da copione. In fondo, la versione del Napoli è stata chiara sin dal primo istante di questa triste vicenda: perché partecipare a campagne di massa quando poi, nel momento in cui c’è da affrontare seriamente il problema, il sistema ci volta le spalle? Per questa scelta, non ci saranno multe per la società, mentre probabilmente arriverà quella per la fascia da capitano non istituzionale indossata da Giovanni Di Lorenzo, altra mossa pensata appositamente in segno di protesta. Ma il messaggio forte contro il razzismo e a tutela di Juan Jesus è arrivato prima del fischio di inizio del match con l’Atalanta, quando tutta la squadra – panchina inclusa, entrata apposta per l’occasione – si è inginocchiata nel momento in cui è partito l’inno ufficiale della Lega Calcio. A favore di telecamera, per rendere tutto più visibile e diretto. Una protesta contro l’assoluzione del difensore dell’Inter Francesco Acerbi – accusato da Juan Jesus di frasi razziste durante Inter-Napoli di domenica 17 – in stile “Black Lives Matter”, il movimento attivista internazionale impegnato nella lotta al razzismo. Napoli e il Napoli hanno risposto così, “abbracciando” il suo giocatore anche con un grandissimo applauso all’ingresso in campo e poi con tanti cartelloni di sostegno.