Jesus unisce l’Italia i tifosi al suo fianco. Sabato il Maradona lo sosterrà come fece con Koulibaly. Le parole di Manfredi

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L a reazione del popolo del web dopo la sentenza di assoluzione di Acerbi firmata ieri dal giudice sportivo Mastandrea, è stata travolgente: un plebiscito al fianco di Juan Jesus. I social sono stati letteralmente inondati di commenti oscillanti tra l’indignazione, la rabbia e l’ironia velenosa senza bandiera contro la decisione: i tifosi di tutta Italia, capitanati da quelli del Napoli, hanno manifestato piena solidarietà nei confronti del difensore azzurro. Un uomo che qualche anno fa, nel corso del programma Esporte Espectacular, aveva raccontato di un episodio accaduto durante un’amichevole Brasile-Argentina 3-4, giocata il 9 giugno 2012 al MetLife Stadium di East Rutherford, New Jersey, negli Stati Uniti. «In una giocata, rubai palla a Higuain. Era una giocata normale ma lui si rivolse a me e mi disse: “Vattene da qui negretto, vattene scimmietta”. Mi sono fermato per dieci secondi, immobile, pensando: “Ma è un personaggio conosciuto in tutto il mondo per la persona che è, per le sue qualità”. Mi sono sentito triste, impotente, non sapevo cosa fare».

 

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IL SINDACO. Ieri, JJ, s’è limitato a cambiare l’immagine del suo profilo Instagram con il pugno simbolo del Black Power, ma le reazioni non sono mancate. Anche istituzionali: «È una decisione che mi ha sorpreso molto», ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ai microfoni di “La Notizia in Comune”. «La reazione di Juan Jesus in campo, giocatore molto serio, grande professionista, non poteva essere una sua invenzione. Chiaramente credo che questi insulti ci siano stati. Il fatto che non ci siano delle prove certe mi lascia molti dubbi. Mi auguro che questa non sia stata una decisione influenzata da un pregiudizio nei confronti della vicenda. Certo è che il razzismo va combattuto con grande forza soprattutto sui terreni di gioco». 

 

Sabato, nel frattempo, al Maradona è in programma Napoli-Atalanta: Juan Jesus giocherà dal primo minuto. Al cospetto di cinquantamila spettatori o giù di lì: uno stadio pieno tutto con lui, per lui. Uno stadio che prima di Napoli-Carpi del 2016 e di Napoli-Bologna del 2018 scese (idealmente) in campo al fianco di Kalidou Koulibaly, vittima di cori razzisti ululati nel corso di Lazio-Napoli e Inter-Napoli: in entrambi i casi gli spettatori, prima del fischio d’inizio, esibirono una maschera di carta con il volto di Kalidou in segno di omaggio e solidarietà nei confronti del colosso senegalese (contro i rossoblù in tribuna emozionato e squalificato perché a San Siro, beffa delle beffe, fu anche espulso all’81’ per proteste). Il San Paolo-Maradona non è nuovo a certe manifestazioni organizzate o più o meno spontanee: da KK a JJ potrebbe essere un attimo.

 

Fonte: CdS

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