L’INTERVISTA – Capello a Il Mattino: “Finalmente ho rivisto Kvara giocare ai suoi livello”

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Fabio Capello, ex tecnico del Milan e della Juventus, ha parlato in un’intervista a Il Mattino, alla vigilia della gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Barcellona.

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Mettiamo ordine e proviamo a riavvolgere il nastro di questi ultimi giorni di Napoli in vista della sfida più delicata, quella contro il Barcellona.
«Gli azzurri arrivano dal pareggio contro il Toro ma questo risultato non deve avere ripercussioni negative dal punto di vista mentale».
Come mai?
«Mica è facile giocare contro il Toro? E io ho visto un buon Napoli, è mancato il solito Osimhen. Victor è uno che fa la differenza, ma è stato ben controllato da Buongiorno. Con il Barcellona può essere ben altra cosa».
In che senso?
«Nell’ultima di campionato contro il Maiorca non ho visto un bel Barcellona, anche se Xavi ha fatto un ampio turnover. Hanno un punto debole».
Prego.
«La difesa. E vanno attaccati proprio per questo. Il Barcellona crea sempre tante occasioni, ma lascia spazio e il Napoli ne deve approfittarne».
Come, secondo lei?
«Finalmente ho rivisto Kvara giocare ai suoi livelli. E lui può essere il pericolo numero uno per il Barcellona. A questa velocità e intensità può far male, mi sembra voglia essere quel leader dell’anno scorso».
Che idea si è fatto di queste prime settimane di Calzona?
«Sta riportando la squadra a giocare come già sapeva. È stato molto intelligente. Conosceva pregi e difetti della squadra e sta riportando tutto alla normalità con grande intelligenza».
Piccolo salto in avanti: lo vede solo come traghettatore o lo immagina ancora su questa panchina anche il prossimo anno?
«Auguro il bene a tutti gli allenatori ma poi sono i presidenti che decidono chi tenere e chi esonerare».
Restiamo sul futuro: come si sostituisce uno come Osimhen?
«Domanda da un milione di dollari. Non ce ne sono di giocatori in giro per sostituire Osimhen. Bisognerebbe avere la sfera di cristallo per trovarlo».
Allora torniamo al presente e alla sfida col Barcellona: chi si deve temere più degli altri?
«Yamal è molto forte. Lo hanno paragonato a Messi ma lascia stare. È l’ennesima dimostrazione di quanto buona sia la scuola catalana».
In Italia i giovani fanno fatica ad emergere.
«La filosofia del Barcellona è vincente: meno tattica e più tattica. I settori giovanili nostri vivono di tattica. La differenza è tutta lì».
E invece che differenza c’è tra Napoli e Barcellona?
«Possesso palla e pressing sono le doti migliori della squadra di Xavi, ma rispetto al passato hanno il fattore campo in meno».
Ovvero?
«Giocando nello stadio Olimpico di Montjuic e non al Camp Nou sicuramente perdono qualcosa».
Cosa?
«Mancherà quella pressione che metteva lo stadio sui giocatori avversari. Insomma, saranno leggermente meno aiutati dal fattore ambientale. Anche le mie squadre sentivano quella pressione, ma per fortuna ho sempre avuto buoni risultati lì».
Cosa manca ancora a questo Napoli?
«Bisogna lavorare sulla fase difensiva. Perché lì come si sbaglia si prende gol».
Problemi che il Napoli di Spalletti non aveva. A proposito: 3 allenatori da quando è andato via lui, cosa può essere successo a questa squadra che sembrava una macchina perfetta?
«I giocatori non erano abituati a vincere e si sono esaltati. Gli allenatori che si sono susseguiti, poi, hanno commesso l’errore di voler stravolgere troppo e i giocatori non li hanno seguiti».
Non c’è solo il Napoli in Europa tra le italiane…
«Vedo molto bene l’Inter perché ha spirito e qualità di gioco. Ha trovato una compattezza da top. Ma in Europa stanno facendo bene tutte e speriamo che continuino così per il ranking: sarebbe bello avere 5 squadre nella prossima Champions. Farebbe capire che il nostro campionato è ancora importante».
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