A “1 Football Club”, programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Giuseppe Incocciati, opinionista Mediaset ed ex calciatore, tra le altre, di Napoli e Milan. Di seguito, un estratto dell’intervista:
Lei ha vestito la maglia azzurra. Anche voi, nella stagione successiva al tricolore, avete riscontrato qualche difficoltà?
“Si, fu una stagione particolarmente infelice, per una serie di motivazioni. Maradona venne messo nelle condizioni di non partecipare al contesto di squadra. Sappiamo bene la storia. Quell’anno fu condizionato da quegli aspetti”.
Si è sottovalutato lo spessore umano e tecnico di chi è andato via, quest’anno?
“Il fatto che il Napoli dello scorso anno non sia quello di quest’anno è riconducibile a una serie di fattori, tra cui lo spessore di calciatori che lo scorso anno si sono messi a disposizione dell’allenatore, facendo comprendere che avevano bisogno del contadino del manico. Quando si lavora con questo tipo di tecnici si entra in un dispendio di energie notevoli. Quando non c’è più quel tipo di modo di allenarsi e concentrarsi, i calciatori tendono a mollare. I professionisti, però, a certi livelli non dovrebbero subire certi cali. Bisognerebbe gestire i successi in modo migliore. Quel che si evidenzia, in questa stagione, è proprio questo”.
Non si può imputare una simile crisi soltanto alle scelte del presidente. Le colpe andrebbero condivise.
“Certo, anche se va sottolineato che è sempre più facile romperle le cose, piuttosto che crearle. Soprattutto, quando si tenta di metter una campana di vetro sulle dinamiche costruite a fatica grazie all’organizzazione dei mesi scorsi, screditando il lavoro precedente, tutto tende a rompersi”.
Come si gestisce una gara come quella di Barcellona?
“Bisogna pensare sia una squadra battibile, tenendo presente le proprie certezze. Credo che il Napoli abbia tutto per qualificarsi ai quarti, ma deve mettere da parte la classifica del campionato e concentrarsi sul valore dei propri calciatori”.
Può essere una notte che aiuta gli azzurri anche nella corsa Champions in campionato?
“Ammesso che ci sarà il quinto posto, il Napoli deve fare la corsa sulla Roma, tenendo presente anche l’Atalanta. Intanto, si pensi a passare il turno, un passo alla volta. Poi, ci si concentrerà nella sfida di Milano contro l’Inter, anche se non sarà semplice. Il Napoli ha tutto quello che serve ad una squadra per raggiungere risultati importanti. Sicuramente Atalanta e Inter saranno sfide importanti”.
Ha visto dei miglioramenti dall’arrivo di Calzona?
“Qualcosa, forse, si è visto, qualcosa di diverso. Tuttavia, i giudizi andrebbero espressi nel lungo periodo. Non ci si può limitare a quel che potrebbe essere estemporaneo, anche dovuto ad una reazione d’orgoglio dei calciatori. È certo che in campo si deve poter dare qualcosa in più, tornando a dimostrare di essere gli stessi della stagione passata”.
Qual è il giocatore che la sta sorprendendo di più, nonostante l’annata negativa?
“Diciamo che questa ripresa di Kvaratstkhelia mi fa pensare ad un giocatore più vicino al talento dello scorso anno. Anche se i giocatori a centrocampo sembrano essere più lenti, e l’apporto di Zielinski non può dirsi lo stesso dello scorso anno, quella del settantasette è una nota lieta”.
Raspadori è all’altezza di raccogliere l’eredità di Osimhen?
“Guardando l’aspetto fisico direi di no. Per quanto attiene l’aspetto tecnico, è un grande giocatore. Tuttavia, non potrà essere lui l’erede di Victor Osimhen. La classifica parla chiaro, quando le cose tentennano c’è bisogno di operare sul mercato, c’è bisogno di giocatori freschi”.