Napoli, ritorno alle origini

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La riaggressione, la gestione del pallone. E poi le geometrie, i terzini tornati registi, i sorrisi, i gol, la vittoria. Una settimana di lavoro e il Napoli di Francesco Calzona sembra aver cambiato pelle, tornando a esaltare la qualità dei singoli e la compattezza di squadra. Questione di movimenti codificati mandati a memoria in passato e che adesso tornano di strettissima attualità: bisognava rimettere il Napoli al centro del villaggio e Calzona lo ha fatto nella maniera più semplice possibile, rinfrescando quei meccanismi che avevano portato il club azzurro al terzo scudetto della sua storia. E ridando serenità a un gruppo che sembrava sull’orlo di una crisi di nervi. Certo, una gara – per quanto straordinaria – non può cancellare mesi di buio, ma se non siamo alla svolta tanto attesa dal presidente Aurelio De Laurentiis poco ci manca. Domenica la Juve dirà se il Napoli è davvero guarito e quali siano le reali ambizioni per questo finale di stagione. Ma una cosa è certa: mercoledì sera a Reggio Emilia si sono viste tracce di vecchio e vero Napoli. E il tecnico debuttante ha tanti meriti.

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