La Napoli di Giuntoli, dalle isole al centro storico

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È stata la mano di Dio. Per carità, non a guidarlo verso lo scudetto ma una strana serata del 2020, nasconde un qualcosa di mistico: Giuntoli con il suo amico Lello, a cena nella pizzeria Concettina ai Tre Santi, nella Sanità, nel quartiere di Totò, hanno come vicini di tavolo il premio Oscar, Paolo Sorrentino, reduce dalla Grande Bellezza, stava girando “E’ stata la mano di Dio” e di colpo tutto torna: Fabietto intravvede Maradona in via Orazio, poi la penisola sorrentina ed il San Paolo, dov’è di casa.

Capri era uno dei luoghi del suo cuore, insieme con Nerano, laddove appena possibile scappava per mangiare gli spaghetti alla Nerano. Lo scarpariello, uno spaghetto povero ma semplice, un must di casa Giuntoli, cucinato nell’attico di via Orazio. A Napoli, a pranzo o cena, l’ex ds sceglieva Terrazza Calabritto, Coco Loco, Crudorè, oppure il Borgo Antico dopo ogni partita, se restava sulla tradizione, allora virava su Mattozzi. Le passeggiate notturne in compagnia di Giuseppe Pompilio, storico braccio destro del Napoli. Qualcosa si è incrinato quando la confessione toccò il suo cuore juventino, seguite da alcuni inserimento nelle trattative di mercato. Ma questo è il calcio, poi nella vita restano le amicizie.

 

Factory della Comunicazione

Fonte: CdS

 

 

 

 

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