Calzona è concentrato sul campo e De Laurentiis – come sempre – è già al lavoro per il futuro: Aurelio sa che non potrà sbagliare la scelta del prossimo tecnico, così sfrutterà questi tre mesi per “provare” l’ex vice di Sarri e Spalletti e capire se può essere davvero lui la guida del prossimo progetto. E in caso di impresa, ossia di qualificazione alla prossima Champions, De Laurentiis potrebbe puntare sulla conferma di questa sua ultima felice intuizione. Certo, poi bisognerà capire se l’idea del presidente sarà la stessa del tecnico, ancora legato alla Slovacchia. Di sicuro, la vetrina Napoli ha messo Ciccio in condizione di dimostrare – e non soltanto al club azzurro – di avere le qualità per un incarico importante su una panchina di un club di prima fascia. «Se a fine stagione non riuscirò a dare la mia impronta alla squadra, vorrà dire che avrò fallito» disse Calzona nel giorno della “presentazione”, a poche ore dalla sfida di Champions contro il Barcellona. E i fatti dicono che ha bruciato le tappe: la sua mano su questo Napoli è stata già evidente contro il Sassuolo, alla terza partita sulla panchina azzurra, alla seconda assoluta in Serie A. E senza quel folle finale a Cagliari, la squadra sarebbe stata oggi a 4 punti dall’Atalanta quinta e a 6 dal Bologna quarto. La Champions resta lontana, ma la missione non sembra più impossibile. Grazie a Ciccio e al suo staff, il Napoli ha ritrovato Kvara e Osimhen e con loro la gioia di divertirsi e il piacere di sentirsi squadra. Sicuri sia soltanto un traghettatore?