CdS – Collezione estate-inverno due mercati già fuori moda. Ngonge, voluto da Adl, è il colpo più riuscito finora

Solo il belga e Mazzocchi hanno trovato spazio

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 E se ci fosse stato Di Lorenzo…! C’è un’estate che è sfiorita e un gennaio chiaramente gelido: c’è un mercato che sta lì, adagiato in panchina, e ricorda che la stagione è cominciata male e poi è andata peggiorando. Ci sono un centrale, un mediano, un interditore, un trequartista, un esterno (?) che domenica, a Cagliari, sono rimasti accovacciati a lungo al fianco di Calzona: qualcuno è entrato, qualche altro no, e dunque il Napoli che ha giocato era quello del passato, tranne rare eccezioni. Ci ha provato Mazzocchi, titolare per esigenze indiscutibili, la squalifica del capitano, altrimenti le domande si sarebbero inseguite spontanee: sicuri di aver fatto le scelte giuste? Però questo è il calcio e ha i suoi momenti – gli up e i down – e adesso qualcosa non torna, per esempio i conti. O anche la classifica, e vabbè quello si vede. Ma il Napoli ha lasciato che in mezzo alla difesa restasse quel buco lasciato da Kim, ha investito altrove i soldi arrivati dal Bayern, una quarantina di milioni, e sono euro che in qualche modo devono essere rivalutati, nell’attesa di scoprire chi possa lenire la ferita davanti a Meret.

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SORPRESA. Perché Natan fu una sorpresa, forse anche una scommessa che Maurizio Micheli, il capo dell’area scouting che ha avuto a lungo la responsabilità delle operazioni, ha voluto tentare spingendosi sino in Brasile: una decina di milioni di euro e di speranze su un ragazzo da allevare a presa rapida per una squadra ricca di talento e pure di ambizioni. Natan è uscito dal Napoli all’antivigilia di Natale, colpa di un infortunio rimediato entrando dalla panchina, e poi è rimasto laterale: gioca Juan Jesus, altrimenti Ostigard primo cambio. È dunque diventato il quarto. Cajuste è alternativo ad Anguissa o a Zielinski, raramente prima firma in un centrocampo di fini dicitori. E Lindstrom è riuscito solo recentemente a fornire indicazioni più dettagliate sulla propria natura, che è ampia ma non semplice da combinare nel tridente del Napoli: però i piedi sono buoni e pure le accelerazioni.

RIPARAZIONE. A gennaio, in genere, si tenta di rimettere a posto le cose, però il Napoli s’è smarrito ancora: ha acquistato Mazzocchi, pensando che a Mazzarri potesse tornare utile con la difesa a tre (facendo dunque scalare Di Lorenzo), che avrebbe liberato la corsia di destra. Mazzarri non c’è più, va di moda di nuovo il 4-3-3 e adesso vanno interpretate alcune vocazioni: quella di Dondencker (11 minuti sinora giocati) che starà chiedendosi perché mai sia stato interpellato; e pure quella di Traore, che almeno s’è potuto “divertire” per 81 minuti e va analizzato nel dettaglio, avendo fissato il riscatto a 25 milioni di euro. Le risposte più rassicuranti le ha fornite Ngonge, l’acquisto diretto e interpretato da De Laurentiis, il vice-Politano che sa fare varie cose, anche gol pesanti, e che pure in prospettiva non fa rimpiangere quei venti milioni versati al Verona, come se fosse stato un dribbling riuscito. Uno su sette ce la fa.

 

Acura di A. Giordano (CdS)

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