Calzona è realista: «Nella nostra situazione è inutile fare progetti. Vinciamo il più possibile e poi si vedrà»

0
Il cigno è diventato un brutto anatraccolo: non è ancora ben chiaro se il problema di Cagliari sia stato soprattutto l’egoismo, l’egocentrismo, la scarsa lucidità, l’ansia da prestazione, il braccino o magari un mix capestro di tutte queste componenti, fatto sta che il Napoli s’è suicidato al 96’. Dopo aver deciso di fare a brandelli per ben due volte con Politano e Simeone il bis della sicurezza tra il 90’ e il 93’. Negli spogliatoi schiumano tutti di rabbia. Mentre il Cholito, il collega e Juan Jesus, finito con tutti gli scarpini dentro il gioco del pareggio di Luvumbo, sono mortificati. «La questione è soprattutto di carattere psicologico», dice Francesco Calzona con grande lucidità (lui, sì). «Fisicamente stiamo bene, la condizione non c’entra. Abbiamo iniziato a essere più squadra, ma lo facciamo solo a tratti: questo mi fa pensare che il problema sia solo mentale. So che siamo legati ai risultati e che abbiamo fretta, ma senza cercare alibi ci vuole un pochino di tempo: ho parlato con tutti i ragazzi e ho trovato una grande disponibilità che mi ha sorpreso, ci dobbiamo sforzare di trovare una condizione psicologica migliore. Devo cercare di mettere il gruppo in condizione di fare bene».  

 

Factory della Comunicazione

SEI MINUTI. L’esordio da allenatore titolare in Serie A è stato rovinato da sei minuti di immaturità, scelte illogiche, frettolose ed errori gravi. In attacco, nella gestione e in difesa. Tutto il peggio possibile concentrato tra il 90’ e il 96’. «Avremmo dovuto gestire meglio quella palla calciata da quaranta metri, è la cosa che mi fa arrabbiare di più», dice Calzona riferendosi al lancio di Dossena, altezza centro del campo, che ha innescato il gol di Luvumbo. Ma non è mica l’unica cosa che fa incavolare Ciccio. «Prima abbiamo avuto due occasioni importanti per chiudere la partita e non le abbiamo sfruttate. Bisognava assolutamente concretizzare o almeno stare più attenti su quel lancio… Avevo messo Ostigard proprio perché sapevamo che sarebbe potuta andare così».  

 

IL FUTURO. Mercoledì, intanto, si torna in campo con il Sassuolo a Reggio Emilia. Italia: l’Europa, invece, è sempre più lontana. «Nella nostra situazione è inutile fare progetti: dobbiamo ragionare partita per partita, provare a vincere il più possibile e poi tirare le somme. Certo, dopo questo pareggio è difficile, ma dobbiamo aspirare all’obiettivo massimo». Non è una resa Champions, è solo onesto realismo.

 

Fonte: CdS

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.