Cagliari-Napoli sarà anche Scuffet Vs Meret, due predestinati cresciuti a distanza ravvicinata
Oggi il Napoli affronterà il Cagliari in trasferta alle ore 15,00, per la ventiseiesima giornata di campionato di Serie A. Ma quella di oggi sarà anche il faccia a faccia fra i due portieri cresciuti a distanza ravvicinata, come sottolinea il Corriere dello Sport. “I predestinati erano loro, (quasi) nessun altro: perché in quel tempo, ormai così lontano, buttarsi tra le braccia di Scuffet o in quelle di Meret era divenuto un modello di vista calcistico assai rassicurante. E c’è stata un’epoca, neanche così breve, in cui dietro qualsiasi pensiero audace c’erano due ragazzini, vicini di “porta”: a Udine, più generalmente nel Friuli, ch’è terra di numeri 1, il giorno in cui Simone Scuffet infilò i guanti e mise i piedi in campo, già s’avvertiva il chiacchiericcio che alle sue spalle – un enfant prodige che debuttava in serie A a diciassette anni e nove mesi – ci fossero mani egualmente proiettate nel futuro, quelle di Alex Meret, ormai già comodamente adagiato nel club Italia insieme al suo amico d’infanzia. Scuffet e Meret sono cresciuti a distanza ravvicinatissima, uno al Remanzacco, l’altro alla Donatello (ch’è un classico, verrebbe da dire) e poi, dopo un po’, quando pure per casa avevano più o meno i pantaloni corti, si sono ritrovati all’Udinese, che sa dove mettere gli occhi, figurarsi un po’ le mani.
Scuffet, manco il tempo di esordire in A, si ritrovò in una specie di frullatore e quando chiamarono i campioni di Spagna, l’Atletico Madrid del Cholo, spiegò che gli sarebbe piaciuto crescere ancora e completarsi all’Udinese. Meret la Serie A con la Spal, a venti anni e dieci mesi, però dopo un giro di giostra, nell’estate successiva, era già al Napoli, investimento mirato anche dalla dea bendata che al secondo allenamento in ritiro gli fa saltare l’ulna del braccio sinistro, che non gli ha impedito di mettere assieme 162 presenze. Cagliari-Napoli è la partita dei “ precoci”, perché poi se ne è andato circa un decennio ma in realtà non è cambiato (assolutamente) niente”.