“Il Napoli non è un club abituato a vincere e competere tutti gli anni”

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A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Christian Bucchi, doppio ex di Cagliari-Napoli, e ha risposto ad alcune domande sulla squadra azzurra e sul suo nuovo allenatore:

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Il Napoli? Parto da un presupposto fondamentale, il Napoli non è un club abituato a vincere e competere tutti gli anni. È un club che si sta cimentando nell’era De Laurentiis nelle posizioni alte. Non ha la storia di club come Juventus e Inter che sono abituati a vincere. Quello che è accaduto l’anno scorso è qualcosa di irripetibile. Probabilmente anche con lo stesso allenatore non sarebbe riuscita a replicarsi. Sono cambiati l’allenatore e il direttore sportivo ed è andato via Kim. Le motivazioni quest’anno sono difficili da creare. L’anno scorso si doveva vincere lo scudetto senza Maradona in campo e scrivendo la storia. Quest’anno mi aspettavo una stagione sofferta, ma con meno difficoltà. Oggi la situazione è un po’ delicata.
Osimhen? Lo scorso anno stette fuori un lungo periodo, ma quell’organico e quella macchina perfetta che si era creata, ha ottenuto altrettanti risultati e prestazioni con Simeone e Raspadori. Quest’anno ci si aggrappa ai singoli.
L’Inter? Non credo che il campionato torni ad essere più equilibrato nella seconda parte di stagione. L’Inter ha l’organico forte e quest’anno non ce n’è per nessuno. Veder giocare l’Inter quest’anno credo sia bello quanto lo era vedere l’anno scorso il Napoli.
Calzona? In un allenamento nessuno può cambiare del tutto una squadra. Il terreno fertile che ha trovato Calzona sono state le motivazioni di giocare una gara di Champions League col Barcellona. Credo abbia riequilibrato questa squadra con semplicità. Quindi si è rivista una squadra che conosce quello che fa e che pur soffrendo ha portato a casa un ottimo risultato. Con un allenamento questo poteva fare. Anche per domenica ha poco tempo, ma è una partita diversa dove tu Napoli hai tutto da perdere. Devi creare una strategia di gara complessa perché il Cagliari ha un allenatore navigato. C’è la curiosità di vedere se in qualche giorno Calzona sia riuscito a riportare questa squadra vicina alle proprie corde.
Kvaratskhelia? Sicuramente lo scorso anno non lo conoscevano, quindi all’inizio è stato agevolato da questo. Quando una squadra riesce ad uscire palla al piede e darti degli spazi da attaccare, è un discorso. Mentre se giochi molto basso, è differente. Con l’aggravante che ti conoscono. Lui deve ritrovare una condizione sua di serenità di cui ha bisogno, perché deve continuare a fare quello che ci ha abituato a vedere. Poi la squadra deve ritrovare un’espressione di gioco di qualità.
Io amo la difesa a 4. Nel calcio moderni questi sono dei dettagli. Le squadre oggi attaccano in un modo, difendono in un altro”.
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