Calzona/Conference semplicemente………..: «Resettare tutto e ricominciare! No al pareggio». In tribuna attesi Hamsik e Spalletti

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L ’ uomo che è un po’ Sarri e un po’ Spalletti, ma fondamentalmente è se stesso – cioè Francesco Calzona – uscendo per un attimo dal proprio corpo e tuffandosi anima e corpo nell’atmosfera plastica d’una notte da assaporare per intera, sembra in realtà qualcuno che vagamente ricordi Steve Jobs. «Ho chiesto ai ragazzi di essere leggeri, di essere se stessi, cioè i componenti di una squadra forte, anzi molto forte. Ma adesso tocca a noi, bisogna passare dalle parole ai fatti. E non aver paura. Non ne abbiamo. E se il Napoli seguirà le mie indicazioni, vada come vada, io sarò felice».

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E quindi, sarà un po’ bisognerà un po’ folli e anche un po’ affamati, rinegoziare la propria natura per ritrovarsela, e poi lanciarsi in questa Napoli-Barcellona che va vissuta con la testa, con il cervello. «E con il carattere. Non avvertiamo alcuna forma di timore ma il giusto rispetto che si deve nei confronti di un avversario che rientra tra i club più importanti d’Europa. Ho seguito il Barça, qualche partita anche recente, ha avuto problemi che appartengono a chiunque, ma la qualità rimane altissima. E però noi anche ne abbiamo». 

 

I BRIVIDI. Un giorno, e ci sta, Francesco (Ciccio) Calzona avrà modo di gustarsi questi giorni pieni di sé, del proprio vissuto, di quell’esistenza gonfia di gavetta, di speranze e di sogni spesso affogati nelle tazzine del caffè di cui era rappresentante: «Ma io, non appena sono arrivato in Tangenziale, ho avvertito l’adrenalina. Qui è stata una gran bella parentesi, con Sarri e con Spalletti, che mi hanno arricchito, loro come Di Francesco con il quale ho lavorato a Cagliari. Ma devo anche ringraziamenti speciali alla Federazione, al loro presidente e al popolo slovacco, che mi hanno consentito di esse qua. E poi un saluto speciale ai calciatori, se sono arrivato al Napoli il merito è loro». 

TRA LUCIO E MAREK.

Due notti e due allenamenti per preparare Napoli-Barcellona, per allestire un collage di azioni, per rivedere ciò ch’è stato al Maradona (e dintorni) ma anche in Catalogna, per tentare di recuperare il calcio di Spalletti, che sta in tribuna, o anche quello di Hamsik, che pure sarà al Maradona: «Un allenatore può poco, in queste condizioni, ma non abbiamo scuse e i ragazzi si sono messi subito a disposizione. Ho detto poche cose, per cominciare: bisogna resettare e ricominciare. Troveremo uno stadio pieno e dobbiamo fare in modo che siano orgogliosi di noi e renderli felici».

E stavolta, si può: c’è anche Osimhen, che si aggiunge al Napoli senza Zielinski, al quale l’umore è tornato e pure la condizione. « Victor si è allenato a pieno ritmo, anche se la seduta è stata chiaramente breve. Riproviamo in mattinata alcune situazioni, mi saranno utili per la gara di stasera che ci vedrà impegnati contro una società, un allenatore e calciatori di assoluto spessore. Ma noi siamo il Napoli, che ha fatto cose straordinarie in passato e alcune molto buone pure in questa stagione».

E’ una missione possibile, che va spaccata nei 180′ che verranno: Napoli-Barcellona è la partita di Maradona, ma il primo atto, quasi piovuto dal cielo, appartiene nel suo piccolo, a un signore che umilmente chiede spazio, con un calcio che sa di lui. «Ho afferrato i concetti di Sarri, Spalletti e Di Francesco, poi ci aggiungo chiaramente qualche mia idea. De Laurentiis non mi ha messo pressione, so cosa vogliamo. E per adesso vi dico che io per il pareggio non firmo: giochiamocela, vogliamo vincere e se il Barça ci costringerà ad altro ne prenderemo atto. Ma io sono fiducioso perché ho una squadra di talento». Nel calcio, dà sollievo: come bersi un buon caffè.

 

Fonte: CdS

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