La Gazzetta dello Sport propone una lunga analisi su Napoli-Genoa:
“In attesa del rientro di Osimhen, Mazzarri ha fatto esordire dall’inizio Traoré riproponendo il classico 4-3-3, che però il nuovo acquisto interpreta a modo suo andando spesso a tagliare verso il centro e piazzandosi alle spalle di Simeone. Il Napoli fatica a trovare spazi perché il Genoa esegue con cura il piano tattico di Gilardino: primo obiettivo chiudere le fasce, secondo obiettivo ripartire centralmente e poi aprire sulle corsie per i cross a favore della testa di Retegui. Così, senza palla, Sabelli resta basso in attesa di Kvaratskhelia e su Mazzocchi esce Messias, così come dall’altra parte Frendrup aspetta Di Lorenzo.
Quando conquista il possesso, il Genoa va subito in mezzo dove Messias e Gudmundsson organizzano il gioco in attesa dello scarico sul lato debole. A sinistra Martin arriva spesso con i tempi giusti e mette sulla testa di Retegui due palloni che il centravanti, dopo aver vinto il duello aereo con Ostigard, inchioda sul primo palo costringendo Meret a due ottimi interventi. Il Genoa è armonico e, a tratti, alza anche la pressione rallentando la già non irresistibile manovra degli avversari. Nel primo tempo il Napoli stuzzica Martinez solo con un tentativo centrale di Kvaratskhelia in avvio, un tiro da fuori di Anguissa e alcuni sterili cross.
Mazzarri pesca in panchina: Lindstrom non incide, Ngonge invece entra con personalità. Kvara inventa da sinistra per Simeone che buca e da corner per Anguissa che manda alto. Poi Ngonge sfrutta una torre di Di Lorenzo e un attimo di ritardo di Vasquez per battere Martinez e regalare almeno un po’ di ossigeno a Mazzarri che per l’undicesima volta su 17 gare ha visto la sua squadra in svantaggio. Sbagliare l’approccio è un limite enorme, perché poi il recupero non è scontato, soprattutto giocando a ritmi bassi e in modo prevedibile.
Il Napoli è sembrato in crisi con se stesso, a prescindere dall’avversario: ogni partita diventa un calvario, quasi una punizione per aver rovinato un giocattolo bellissimo. Il Genoa, che prima del pareggio ha sprecato un paio di ripartenze, per l’ennesima volta lascia per strada punti preziosi: la sua classifica sarebbe potuta essere splendida e invece è “solo” buona. Anche ieri è piaciuta l’organizzazione, pur nel contesto di una gara in cui nel finale si è abbassato un po’ troppo. Gilardino può essere molto soddisfatto. Il prossimo passo da compiere sarà una gestione più serena del pallone nei momenti di difficoltà, per evitare di farsi chiudere in area. Ma è anche una questione di caratteristiche dei giocatori e di una consapevolezza che solo il tempo può dare”.