E adesso? Le altre volano e il Napoli, in una serata in cui i fantasmi sembrano stiano nell’area di Maignan, rilegge la classifica e scopre cosa sia la disperazione: sono sette punti dalla quarta, sono quattro dalla quinta e il recupero con il Sassuolo ha un senso ma anche no, perché pure Atalanta e Bologna (e Fiorentina) devono giocarne un’altra. Ma ora, cosa fare? Chiederselo è legittimo, ed anche doloroso, perché se pure a San Siro, dopo averci provato, il Napoli consegna il compito in bianco, la speranza si chiama Victor Osimhen: i gol, si sa, cambiano la vita, le prospettive e chiaramente gli orizzonti. Il problema, adesso, è riemergere da quella fossa nella quale i campioni d’Italia sono finiti: ci vorrebbe un’impennata, una serie di risultati energizzanti:
«Abbiamo fatto bene ma dovevamo fare di più – dice Mazzarri – perché il Milan aveva speso tantissimo nel primo tempo, con un forcing feroce. Ma abbiamo creato, posso dire che quella del Napoli sia stata una grande partita e nelle quindici gare che restano dobbiamo ritrovarci».
GLI ERRORI. Gli episodi spostano e Mazzarri, quandi ormai non c’è altro da fare che rivedere la partita, ripensa alla accelerazione di Theo, a quello scatto prolungato che ha indirizzato la nottata: «Lo sapevamo che poteva succedere ma è andata così e non c’è altro da aggiungere. Perché io mi prendo gli aspetti positivi, la reazione, il secondo tempo nel quale siamo stati bravi a creare, a palleggiare. Ora posso lavorare sull’organico, abbiamo recuperato Anguissa, è entrato in campo Olivera e vedremo da qui in poi come giocare. I principi contano più del sistema e a me il Napoli è piaciuto».
LA SCOSSA. Il nono posto è un peso che s’avverte nello sguardo di Mazzarri, che vede la Champions lontana ma non rinuncia: «Perché non è giusta questa sconfitta. Rimane l’amarezza per quella leggerezza sulla percussione di Theo, ci avevamo lavorato e c’è scappato egualmente l’errore. Dà fastidio ma continuiamo a pensare positivamente. Quello che conta è il risultato, lo so, ma anche la prestazione e il modo in cui una sfida così difficile è stata interpretata. Sono soddisfatto di Kvara, sta cercando spazi diversi, ma non può saltare sempre tre calciatori: i compagni devono metterlo in condizione di scappare via, pure perché viene sempre braccato in ogni angolo del campo e non sempre gli avversari vengono puniti. Ma questo è un altro discorso. Io adesso devo pensare insieme ai ragazzi alle prossime partite. Questa con il Milan ci ha dato segnali che hanno una loro importanza».
LA RABBIA. Un’altra sconfitta, un’altra occasione buttata via e Mazzocchi non riesce a farsene una ragione di una sconfitta che ferisce: «Meritavamo di più, nonostante la disattenzione sul gol di Theo Hernandez. Ora dobbiamo rimetterci a lavorare, dimostrando di avere il carattere per gestire questa fase della stagione». Genoa, Barcellona, Cagliari e poi Sassuolo: a febbraio si decide il futuro del Napoli. Dentro o fuori da tutto, anche da se stesso.
Fonte: CdS