Un ricordo che fa male, una macchia enorme nel mezzo di una stagione memorabile. Dici Milan e il presidente Aurelio De Laurentiis risponde piccato. Lo ha fatto in più occasione dalla scorsa estate fino alla conferenza di mercoledì. Il 4-0 subito in casa non lo ha mai digerito e l’eliminazione ai quarti di Champions brucia ancora, anzi “ha fatto malissimo” per usare le parole del presidente. La corazzata di Luciano Spalletti non è stata in grado di trovare una chiave per arginare le ripartenze del Milan e soprattutto di arginare la corsia mancina rossonera, dove Theo Hernandez e Leao si sono esaltati ogni volta nelle praterie concesse dagli azzurri. Ecco, domenica il primo comandamento sarà “vietato concedere campo”: per questo Walter Mazzarri sta seriamente pensando di cambiare ancora, tornare alla difesa a tre con Ostigard braccetto di destra in supporto e a copertura di Di Lorenzo, che agirà a tutta fascia nel tentativo di limitare Leao e costringere Theo a guardarsi alle spalle più che puntare verso la porta.
Tentazione forte, anche perché con i tre dietro il Napoli ha tenuto quasi a zero tiri Fiorentina e Lazio e concesso pochissimo all’Inter nella finale di Supercoppa. Insomma, il vecchio sistema garantirebbe compattezza ed equilibrio in fase di non possesso. E abbassando il baricentro, oltre a non dare spazio vitale al Milan, il Napoli avrebbe spazi da attaccare in ripartenza con Kvaratskhelia e Mazzocchi a sinistra, con l’ex Salernitana che in questo ruolo ha conquistato la convocazione in Nazionale. Resta il dubbio Politano e l’eventuale presenza di Cajuste (o Zielinski) al suo posto porterebbe al 3-5-1-1 visto con la Lazio, con più qualità e soluzioni offensive. Con Anguissa libero di inserirsi, Kvara più accentrato a cercare la via del gol. Lì dove piace a Mazzarri, lì dove domenica scorsa ha trovato la prodezza per la vittoria. Una cosa è certa: stavolta niente regali.