In Esclusiva su Gazzetta il doppio ex Oscar Damiani gioca Milan/Napoli
Oscar Damiani non è solo un ex di Milan e Napoli, era un’ala di qualità e gol. Quanto dovrebbero garantire Leao e Kvara.
Rafa è fermo a quota 3 in campionato: troppo poco?«Sì, dovrebbe farne 15-20 all’anno. È un giocatore molto forte, con grandi potenzialità che non riesce a mettere in campo con continuità. Fa grandi giocate e poi si perde in un bicchiere d’acqua. Ha margini di miglioramento per diventare sempre più decisivo. In sostanza sia meno “gigione” e più concreto, lo dico con simpatia»
Suggerimenti?«Sia più sicuro di sé: a volta pare indeciso, prende palla, va, e poi si ferma. E poi giochi di più per la squadra: oggi lo fa molto con la palla tra i piedi, e spesso è inarrestabile. Ma non può limitarsi all’uno contro uno, partecipare significa andare in porta sul passaggio di un compagno o chiudere un cross».
Pioli lo ha esentato da compiti difensivi: giusto?«Sì, giusto. Se parte dalla sua area è difficile che arrivi dall’altra parte. Però, anche senza fare il terzino, può dare una mano quando il Milan è senza palla. Almeno fino a metà campo può rincorrere l’avversario, non lasciarlo andare via: può migliorare anche in questo».
Da agente, guarda con cura al mercato francese: per caratteristiche, Rafa può essere il successore di Mbappé al Psg?«La Ligue1 è meno tattica, gli avversari fanno meno raddoppi. Quindi sì, nel Psg sarebbe devastante. Oggi non è al livello dei grandissimi ma può diventarlo».
Kvaratskhelia è lontano dal rendimento di un anno fa.«Giocatore potenzialmente determinante che ha le qualità per finalizzare o mettere un compagno nelle condizioni di farlo. Oggi si perde in dribbling inutili, in giocate fini a se stesse. Deve tornare a essere più concreto. Non ha ancora raggiunto una maturità tale per essere sempre decisivo ma potrà diventarlo perché è molto forte».
Era Spalletti a esaltarlo?«Con lui tutti hanno reso al massimo. Ma se questo Napoli crescerà, lo farà anche lui. Alla fine è sempre il collettivo che conta, il singolo ne risolve una e poi magari ne sbaglia quattro».
Somiglianze tra i due?«Grande velocità, fortissimi nell’uno contro uno. E stessi difetti: entrambi devono imparare a giocare con la squadra. Entrambi sono scarsi di testa, un attaccante deve sapere colpire anche così, come facevo io».
Fonte: Gazzetta