Le società, in totale condivisione, hanno ribadito al presidente federale anche la necessità di mantenere il «diritto d’intesa»: rispetto alle riforme federali, la Serie A ha la facoltà di esercitare un veto per bloccare la modifica del format del campionato. Concetto che vale anche per le altre leghe e i rispettivi tornei. Allo stesso tempo c’è l’esigenza di estendere il peso della Serie A in termini di governance. La suddivisione all’interno del Consiglio Federale gli attribuisce oggi soltanto il 12% dei voti. Il resto, per quanto riguarda le leghe: 5% alla B, 17% alla Serie C. Ancora Casini: «Sul diritto d’intesa la Serie A ha ribadito la necessità che rimanga e che venga inoltre riconosciuta anche una posizione di leadership sui temi che più sono importanti».
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Parole condivise anche dall’a.d. del Monza, Adriano Galliani: «In nessun Paese in Europa la Federazione può cambiare i formati senza l’ok della Lega. Questo non è un diritto di veto, si chiama condivisione, sarebbe assurdo che non ci fosse più in Italia». Gravina riconosce «alla Lega di A quella leadership declinata dalla sua capacità produttiva non solo in termini economici ma anche di progettualità, è chiaro che per noi il loro parere è fondamentale». Rientra in quest’ottica anche l’ipotesi di unire in una sola Lega B e C, che oggi, come detto, mantengono una loro specifica rappresentanza.
Taglio ai compensi per chi retrocede In generale la questione delle riforme deve condurre il sistema verso una sostenibilità economico-finanziaria aggravata dalla crisi post-Covid e mai sostenuta da aiuti da parte dello stato. Casini ha parlato di un documento da discutere nell’assemblea di Lega del 5 prossimo febbraio e poi nelle riunioni successive. Lo stesso auspica Gravina: un atto strategico condiviso dalle diverse componenti. Un’idea prospettata dal numero uno della Figc riguarda un possibile automatismo nella riduzione dei compensi per le squadre che retrocedono.
Sarebbe un successo arrivare all’Assemblea straordinaria dell’11 marzo con una linea comune già definita. Al contrario, conclude Gravina, «sarebbe una sconfitta, una dimostrazione di incapacità di affrontare i problemi». I club in assemblea hanno poi discusso gli altri punti all’ordine del giorno con voto e approvazione della ripartizione dei proventi da diritti non audiovisivi.