Il patron critica la direzione di Rapuano: «La debolezza degli arbitri di quest’anno è chiara, non solo con noi. Rovinata una festa»
Dalle ombre di Pechino alla rabbia di Riyad non è un attimo, ci sono in mezzo dodici anni, ma l’epilogo è lo stesso e ora come a quel tempo l’ira del Napoli travolge gli arbitri. L’11 agosto del 2012, alla fine di una specie di rodeo, tre cartellini rossi e urla al vento, De Laurentiis se la prese con Mazzoleni, irruppe sulla scena proprio poco prima della premiazione e invitò i giocatori ad evitare il palco: tutti a casa, sfuggendo al rito. A cui ieri sera si è sottratto Walter Mazzarri, che se n’è andato al 46’ del secondo tempo, quando Lautaro Martinez gli ha strappato la possibilità di giocarsi ai rigori la Supercoppa: silenzio stampa di allenatore e calciatori, con De Laurentiis che ha deciso di intervenire, però in un politichese conciliante, che stride con la decisione di tacere. «Io non parlo mai degli arbitri. Dopo 19 anni che sto qua che senso ha parlare degli arbitri? Io mi ero intrattenuto con Rocchi, prima della partita, ed avevamo chiacchierato dell’uso del Var. Ma che vuoi dire sui direttori di gara che dall’inizio del campionato stanno commettendo una serie di errori? A me dispiace per Rocchi che sta vivendo una specie di incubo. Chissà quale ulteriore imbarazzo proverà in questo momento».
DISTRAZIONE. In quel “one man show”, tra tv e sala stampa, De Laurentiis affronta l’argomento arbitrale frontalmente: il Napoli si è tappato la bocca, per non dire cose sgradevoli probabilmente, ma Adl non dribbla, anche se non entra nel dettaglio della direzione di Rapuano: «Perché dilungarsi sulla direzione di gara? La debolezza degli arbitri in questa stagione è evidente e non solo nei confronti del Napoli. È andata così, però penso che i problemi si possano risolvere attraverso il dialogo e basterebbe che ci sedessimo ad un tavolo per affrontare il tema».
Ma l’espulsione del Cholito, la svolta della partita, quella che ha fatto imbestialire Mazzarri, resta soffocata dalla cautela: «Non voglio parlare come un tifoso, altrimenti potrei andarci giù pesante. Però, sapendo di essere ammonito, si può essere più attenti. Ma ci sta, perché un appuntamento del genere i giocatori e l’allenatore lo vivono con la sacrosanta passione. Mi scoccia e non poco che gli effetti dell’espulsione debbano riflettersi in campionato». Simeone salterà la Lazio.
Fonte: CdS