Radici forti, come la sua testa: Zerbin, il soldatino scartato dall’ Inter proprio come Insigne

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Eroe di serata, suo malgrado, verrebbe da dire. Questo è stato Alessio Zerbin l’altra sera  a Riyad. Ne scrive La Gazzetta della Sport, va alle “sue radici”. E’ tifoso interista, nella gigantografia del centenario, 2008, scattata dal grande Oliviero Toscani, ci sono tutti, anche i raccattapalle. Alessio, 9 anni è in prima fila, sarà anche «raccattapalle per tutto l’anno del Triplete», ma dalla sua Inter sarà scartato perché troppo piccolo. Proprio come Insigne…La famiglia Zerbin ha origini venete, vive a Porto Tolle, il capostipite Oreste è imbianchino, ha sei figli, torna dalla Seconda Guerra Mondiale con la divisa da sergente. Diventerà per tutti il “Sergentin”. Uno dei sei figli di Oreste, Dorino, si ferma a Novara, ha un bambino di 5 anni, Paolo. Da grande, dopo il lavoro alla Lancia e alla Fiat, apre un bar, si sposa con Paola. Alessio Zerbin nasce nel 1999. Papà Paolo adesso dice: «È un soldatino, non ci ha mai dato problemi, un ragazzo d’oro. Sa sempre quello che deve fare e lo fa bene». A 14 anni, dall’ Inter, lo mandano via. Piccolino, dicono, troppo esile. Comincia un percorso calcistico complicato. Studia e gioca. Dice sempre papà Paolo: «Ah, sì. È sempre stato molto deciso e determinato. Lui sa che non è un top player, ma sa che può diventare un buon calciatore, un buon attaccante». Viaggia, gira il suo Piemonte. Dilettanti, Serie D. Su e giù. Lo prendono quelli del Napoli, giovanili, poi altri prestiti. Diventa perito elettronico, perché «il calcio potrebbe finire presto e, con un pezzo di carta in mano, un lavoro si può trovare».

Factory della Comunicazione

Paolo dice che suo figlio in casa non parla mai di calcio. «E quando andiamo sull’argomento, lo tratta come un lavoro. Solo un buon lavoro». L’allenamento è un lavoro, non un sacrificio. «Quelli li hanno fatti i miei nonni e i miei genitori». L’altra sera il gol, poi la botta alla testa. Paolo sospira: «Non abbiamo esultato. Siamo rimasti lì, fermi. Dio mio, speriamo non sia nulla, avevamo i brividi. Poi lui, come fa sempre, si è rimesso a lavorare. Dai dai, non è successo niente». In tutti i posti si fermava dopo le sedute atletiche. LO fa anche adesso, con Mazzarri. Il vecchio Walter dice che Alessio è un grande talento e che diventerà un calciatore importante. Il secondo gol alla Fiorentina è da top, con tutto il rispetto per i centravanti d’Italia e isole e penisole (estere) comprese. 
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