A volte la condizione di emergenza ti dà risorse che non pensavi di avere. E ti dà il coraggio che ti era mancato in precedenza. Vero, questo Napoli è stato una meraviglia per gli occhio di tutti appassionati quando dominava e divertiva con l’abito che gli aveva cucito addosso Luciano Spalletti. Ma di quel 4-3-3 non c’è più traccia e forse non è colpa di nessuno: è cambiato l’allenatore, è cambiata la preparazione, è cambiata la mentalità. E allora era necessaria una scossa convinta, ancor di più dopo l’arrivo di Walter Mazzarri in panchina. Che ha faticato a rimettere in piedi la barca, ma che adesso può togliersi qualche soddisfazione.
Rivoluzione tattica Ieri, causa emergenza, ha deciso per la rivoluzione e per il ritorno al suo modulo preferito. E con la difesa a tre dietro ha ritrovato quella compattezza di cui il Napoli aveva necessariamente bisogno per reggere il confronto con la Fiorentina. «La cosa bella è che hanno parlato di 4-3-3 e abbiamo cercato di farlo come l’anno scorso, ma sono cambiati tanti giocatori e non è facile. Se perdi 6-7 giocatori determinanti non è facile. Oggi di quelli che giocavano sempre con Spalletti ce n’erano pochissimi, ho dovuto dare una sterzata per far capire ai ragazzi che si può giocare in modo simile ma non uguale. Se vorranno giocare con il 4-3-3 con certi meccanismi non ci sarà problema, ma questo assetto ci sarà utile anche in futuro. Però ripeto, non è semplice ricalcare certi meccanismi e certi schemi».
Nuova anima E allora prepariamoci a una nuova versione del Napoli. Forse meno bella ma decisamente più pratica: per risalire la classifica ora servono punti, lo spettacolo può attendere: «Io ho detto la verità perché il Napoli l’ho studiato, mi ha entusiasmato, ho guardato tutte le partite. Per tenere la linea alta ci vogliono giocatori importanti, come Kim, che hanno qualità negli spazi lunghi. Ora se prendi un contropiede fai più fatica. La squadra è anche in difficoltà, per cui l’allenatore deve cercare di cucirgli la camicia addosso in base ai calciatori che sono rimasti. E comunque, se posso, ritorneremo a giocare con il 4-3-3». Ma al di là dei numeri, è la condizione e l’entusiasmo ritrovato a regalare speranza per il futuro.
L’aveva detto in vigilia che aveva studiato la sconfitta subita al Maradona dalla Fiorentina a inizio campionato, che aveva visto dei difetti e cercava il modo per cancellarli. Insomma, il 3-4-3 era nell’aria, come la conferma di Giovanni Simeone. Perché quando c’è da lottare, non si può fare a meno del vero centravanti: «Simeone è un giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero avere in rosa – ancora Mazzarri -. È un ragazzo stupendo, quanto gioca non conta, resta sempre positivo con i compagni. E il gol se lo meritava». Walter l’ha vinta con i cambi, ridando sorriso a chi giocava meno. Ridando al Napoli un’anima dopo mesi di musi lunghi e gambe molli. Si è assicurato la possibilità di giocarsi un altro titolo: scusate se è poco.
Fonte: La Gazzetta dello Sport.