Nemmeno nei sogni più dolci si sarebbe aspettato una serata così. Primo giocatore subentrante a realizzare una doppietta in Supercoppa italiana: Alessio Zerbin ha fatto la storia e questo è un fatto. L’altro fatto, molto più importante per il Napoli e per Walter Mazzarri, è che per la seconda volta nel giro di pochi giorni ha saputo dare tanto in pochi minuti, entrando dalla panchina. Significa allenarsi sempre bene, significa avere la testa giusta, l’umiltà necessaria per crescere e migliorare, stagione dopo stagione. Il calcio è una centrifuga che va velocissima, che ti stordisce.
Ed è un attimo passare da bocciato a primo della classe. Ma ciò che più colpisce di Zerbin è l’attaccamento alla maglia e al sogno Napoli: la valigia è pronta da settimane, perché da qui a fine anno andrà a cercare più minuti e più spazio a Frosinone. Dopo la Supercoppa organizzerà il trasloco, intanto si gode la sua notte da star con lo scudetto ancora sul petto.
Se c’era un modo solo per salutare Napoli e lasciare un ultimo bel ricordo, Alessio ha scelto sicuramente il migliore e si è regalato forse un’ultima passerella e chissà, magari anche un altro trofeo da festeggiare.
E allora che notte a Riad per il ragazzo che per primo aveva portato alla gogna l’ex tecnico Rudi Garcia. Quando il francese lo fece entrare a Genova al posto di Kvara, negli ultimi minuti, dopo il 2-2 appena trovato, il popolo azzurro insorse. Ma fu un premio che Garcia voleva dare a un ragazzo esemplare, sempre disponibile e sempre desideroso di migliorarsi. «È una bellissima soddisfazione, inaspettata, non me l’aspettavo neanch’io una serata così – ha raccontato emozionato Alessio -. Sono sempre a disposizione della squadra, credo che sia un bel premio per me».
Una notte da favola, insomma, per lui e per il Napoli che finalmente comincia a vedere la luce in fondo al tunnel: «Sono i miei primi gol col Napoli e per me è veramente un sogno. Immaginare di meglio per me è difficile. Siamo però solo a metà dell’opera qui…». Sul primo gol ha spaventato tutti, sbattendo la testa sul palo. Sul secondo, magari l’effetto botta in testa gli ha tolto i freni inibitori e se n’è andato prepotente verso la porta, come fanno i grandi del ruolo: «Quando arrivi lì provi il tiro, non ci pensi, sono quelle cose che ti vengono. Ero al limite dell’area, ma forse quella botta mi aveva dato una bella sveglia.
Quando sei lì provi il tiro e speri che entri». Coccole da tutti, a partire da Mazzarri: «Questo ragazzo ha tante doti, ha gamba, tatticamente è intelligente, bisogna lavorarci un po’ perché per me è un talento», spiega il tecnico azzurro. «È un giocatore moderno che può avere un grande futuro se continua a lavorare così e se migliorerà nell’ultima giocata. Sono molto felice di lui». Ora c’è una finale: il sogno continua.
Fonte: Gazzetta dello Sport