Corbo, Repubblica: “Da quando è andato via Giuntoli il Napoli ha speso 60mln per tre giocatori che non giocano”
Antonio Corbo, giornalista di Repubblica, ha parlato ai microfoni di Radio Marte alla trasmissione Forza Napoli Sempre. “Per il futuro del Napoli arrivare in finale per la Supercoppa è importante, sarebbe una scossa in avanti e significherebbe che il Napoli starebbe guarendo. Se invece il Napoli è quello che, in maniera ammirevole ma molto faticosa, ha battuto la Salernitana bisogna essere perplessi perché, al di là dei giocatori, è la condizione che fa pensare. Il Napoli non ha gamba. Nel primo tempo era una squadra irrisoria. Io spero nei richiami fatti dal Napoli, come ci ha detto Mazzarri, che potrebbero aver messo un po’ di benzina nel serbatoio. Le priorità del Napoli sono un difensore centrale e un centrocampista. La caratteristica di questa società è quella di investire il giusto in un calciatore, o anche meno, nella speranza di poter guadagnare molto di più. È una strategia societaria. Ma alle volte si può sbagliare. L’importante è che si muova sul mercato. Per me durante la campagna acquisti i giornalisti non devono dare opinioni importanti, decisive o restrittive. Bisogna attendere la fine del mercato e vedere le reazioni dei calciatori. Una società importante, poi, deve tenere i giocatori, di tutti i reparti, sempre al massimo della condizione e non deve permettere che ci siano delle regressioni importanti. Credo che attuare le plusvalenze – comprare giocatori giusti che in futuro prendono quota, aumentano il loro valore e la loro bravura – è una cosa lodevole. Il problema è che da quando è andato via Giuntoli il Napoli ha speso 60mln per tre giocatori che non giocano o giocano poco. Bisognerebbe che ognuno facesse il proprio lavoro: Micheli deve fare lo scouting, raccogliere i dati e portarli ad un manager che sta sul mercato e conosce la situazione. Se invece si chiede aiuto ad una persona che ha grande voce in capitolo, come Chiavelli, ebbene questi è bravissimo nell’amministrazione, nelle clausole. È a metà tra il giurista e l’economista. Quindi, tutto il rispetto per Chiavelli, però il calcio è un’altra cosa. Lo deve gestire chi ha una mente tecnica.